di Erre Bi
DATAGATE, L’EUROPA INTERROGA WASHINGTON | Per mesi ha sistematicamente origliato alla porta degli stati europei. Ne ha ascoltato conversazioni, annotato decisioni, valutato rapporti. Un tradimento consumato, intercettazione dopo intercettazione, alle spalle dello storico alleato. Una notizia che ha fatto infuriare l’Europa e ha messo spalle al muro la Casa Bianca. Venuta meno la fiducia, i 28 dell’Ue chiedono spiegazioni a Washington. Ma le rassicuranti smentite del presidente Obama servono a poco di fronte ad uno scandalo che ha acquistato una dimensione tale da non poter essere più minimizzato. L’impressione è che la situazione sia sfuggita di mano anche a Washington e che i servizi segreti Usa siano fuori controllo.
LE CONTROMISURE DEL VECCHIO CONTINENTE | Il Vecchio Continente scopertosi violato nella sua privacy studia soluzioni al tavolo del Consiglio Europeo. La posizione sul Datagate da parte dei capi di Stato e di Governo è stata subito unitaria e fondata, come ha affermato lo stesso Letta, sulla necessità di «verità e chiarezza» affinché questi episodi non si ripetano più. Proprio oggi i leader hanno firmato una dichiarazione congiunta dove, senza mezzi termini, hanno avvertito gli Usa di un possibile stop alle intese sull’antiterrorismo se non saranno ridefinire le attività di intelligence e le modalità di controllo dei servizi statunitensi. «Una mancanza di fiducia – hanno fatto sapere i 28 dell’Ue - potrebbe pregiudicare la necessaria cooperazione nel campo della raccolta di intelligence ritenuto elemento vitale per la lotta al terrorismo».
L’ASSE PARIGI-BERLINO | Parigi e Berlino chiedono inoltre, entro l'anno, agli Usa la definizione e il rispetto di un codice comune di buon condotta nello spionaggio contro il terrorismo. Un passo necessario che dovrà servire a ricostruire la fiducia messa in crisi dalle rivelazioni, perché a questo punto le parole non bastano più. All'iniziativa si è unita anche la Gran Bretagna, anche se Cameron segna come prioritario l’approvazione del pacchetto legislativo per la «protezione dati» europea che slitta al 2015..
LE PROMESSE DI OBAMA | L'America prova a rimediare. Il presidente Obama ribadendo che è loro interesse «mantenere con i partner legami stretti sul fronte dell'economia e della sicurezza», assicura che saranno rivisti a fondo i metodi di raccolta dei dati utilizzati dagli 007 e i meccanismi decisionali che innescano le attività di controllo. Insomma la riforma del sistema di intelligence annunciata mesi fa, subito dopo le prime rivelazioni della talpa Edward Snowden dovrebbe essere in agenda al più presto.
Venerdì 25 ottobre 2013
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