Un augurio per il 2025 alla democrazia italiana una buona legge sul funzionamento dei partiti

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Un augurio per il 2025 alla democrazia italiana
una buona legge sul funzionamento dei partiti

La Legge Assente, falla della democrazia italiana, sul funzionamento dei Partiti non sarà mai realizzata abbastanza presto, pena la surdeterminazione da altri sistemi democratici più forti e solidi e le tentazioni totalitarie

di Sergio Bevilacqua

Gazzetta Ufficilale che reca la Costituzione italiana ove si attribuisce la rappresentanza democratica ai partiti
Gazzetta Ufficilale che reca la Costituzione italiana ove si attribuisce la rappresentanza democratica ai partiti

Non in un talk-show, ma 1000 volte sul campo e posso dire da mezzo secolo, con cura sperimentale, sostengo l'esigenza concreta di maggiore serietà pragmatica (uso della scienza) in politica, dx o sx (cura sud o curva nord...) che sia. E così anche nella pratica amministrativa dello Stato, dove la parte carente non è (alla luce di diverse centinaia di casi clinici) la parte della Gestione (gli uffici) ma la qualità amministrativa (Indirizzo e Controllo) espressa dagli eletti.

Non è in fondo passato molto tempo, poco meno di 4 secoli, da quando (1633) Galileo fu costretto ad abiurare, rinnegando la teoria eliocentrica copernicana. La Chiesa ha atteso 359 anni (1992) per riconoscere il proprio errore, e riabilitare Galileo, non potendo altrimenti riparare all’ingiustizia. Non vorrei che la politica italiana ne aspettasse altrettanti per riconoscere l’utilità dell’uso della scienza (sociatria organalitica, una sana sociologia non ideologica basata sulla natura dei sistemi aperti, trattati con il metodo EGEE https://thedailycases.com/scienza-dei-sistemi-aperti-clinica-ed-e-g-e-e/ ). Poiché il problema nella politica italiana non è filosofico (quindi non riguarda il metodo sperimentale e le sue applicazioni) come ai tempi di Galileo, ma organizzativo e di competenza.

Vediamo come.

In democrazia ci sono tutti gli strumenti per far sì che la politica operi in modo avveduto: ma ci vogliono soggetti (organi) coerenti. E in democrazia tali organ(ism)i coerenti ci sono, per natura: si chiamano Partiti.

Ciò esclude (mostra, cioè, l’incoerenza) che tali organi possano essere interpretati non da partiti ma da "dittatori", cioè in primis singole persone iper-investite di poteri istituzionali (e non da controllate organizzazioni come dovrebbero essere i partiti). L'aspetto elettorale, poi, dovrebbe garantire la possibilità che tali aggregazioni umane strutturate (i partiti), possano essere sostituiti alla guida dello Stato.

La democrazia interna, e la funzione privato/pubblica dei Partiti dovrebbe essere scandita poi dalla legge (che in Italia manca e costituisce un grave deficit di democrazia).

Ciò detto, ho toccato con mano la superficialità opportunistica di tali forme organizzate, costituite da persone comuni, senza leggi che obblighino a una gestione professionale delle importanti deleghe istituzionali che tali forme organizzate (i partiti) sono chiamate ad espletare in democrazia.

Ma c'è scienza in sociologia? Sì, c’è. E il percorso della Sociatria organalitica lo dimostra con oltre mille casi sperimentali. Ma non è tutta scienza esatta: a un certo punto di un problema sociologico sopraggiunge l'aleatorietà, pur in presenza di fattori oggettivi. E allora ecco che s'inserisce, correttamente, il tema della "maggioranza", che è valore fondante in democrazia rappresentativa. La Democrazia rappresentativa, che vede la rappresentanza attribuita ai partiti, è l'unica che conosciamo di tipo estensivo: l'altra, quella individuale o "diretta" tipo referendum, è attiva per eccezione (ha caratteri intensivi su un argomento) e può avvenire previa sensibilizzazione appropriata dell'elettorato. Una attuazione occasionale, dunque, non applicabile ai miliardi di decisioni che 10000 Enti Pubblici prendono ogni anno. Un mito, dunque, tecnico come si capisce da sopra, ma anche sociologico.

Inoltre, che voce avrebbero le società umane, oltre 40 miliardi di soggetti, nella odierna Società di Grande Massa? I partiti invece, in quanto organizzazioni, dovrebbero poter attivare dialoghi di sovrasistema anche con le società varie che attraversano e costituiscono insieme agi individui il Paese reale, e dare a loro la giusta rilevanza verso quel Paese legale costruito per il bene dei cittadini tutti (demo, dal greco), attraverso l'esercizio del potere (crazia, sempre dal greco) sullo Stato.

Democrazia: non un mito ma la minore imperfezione possibile nell’organizzare l’umanità; un ceppo con tanti diversi rami e, in comune, le diverse possibili articolazioni di come è meglio fare sì che sia il popolo a difendere la propria vita e il proprio benessere in primis attraverso un’organizzazione potente come deve essere lo Stato, che lo si veda esteso (come nei modelli di tipo europeo e in particolare di matrice francese) o ridotto come nel modello soprattutto di matrice americana.

Nel lungo lavoro di 50 anni, ho fatto tutto il possibile per chiarire tutto questo attraverso lavoro clinico sul campo e ho ottenuto tutte le conferme del caso: un'Amministrazione pubblica più scientifica è possibile e doverosa. Non mancano le condizioni per poterla attuare in democrazia e anche, con piccoli sforzi istituzionali, nella tipologia democratica dell’Italia, con i suoi caratteristici difetti, tra cui uno spicca in modo particolare. La vera falla istituzionale del sistema democratico italiano consiste nel funzionamento dei Partiti.

Come rappresentanti del popolo, il loro ruolo istituzionale è scandito in modo nettamente insufficiente. Troppe discrezionalità senza controllo: 1. Candidature; 2. Competenze; 3. Democrazia interna; 4. Servizio all'elettorato; 5. Rapporti con l'economia; 6. Varie verso cittadini.

Ho inserito una non meglio definita voce 6. , in quanto essa raccoglie una miriade di comportamenti dei partiti inadeguati alla rappresentanza dei cittadini cui la Costituzione si riferisce e di cui li vorrebbe interpreti.

In questa situazione, nei partiti emergono quasi soltanto abili captatori di benevolenza e non, invece, competenti, futuri amministratori che complementino, con capacità d'Indirizzo e vieppiù di Controllo, la Gestione dei servizi erogati dalle strutture di Ministeri ed Enti pubblici che permangono al mutare degli eletti.

Presso queste ultime, l'ascolto del messaggio scientifico, in particolare nel suo aspetto logico-operativo, è molto più ascoltato. Ciò non perché la parte eletta sia di speculatori, ma perché l'organismo di partito non seleziona competenze ma assiduità a patti di potere: elemento primitivo e necessario, ma rozzo e selvaggio, violento e volgare, se non evoluto in progetto-programma e infrastruttura civile, nel vario senso, istituzionale e morale, tecnico e organizzativo, del termine.

Con una falla di tali gravissime dimensioni, ben poche speranze sono riposte nella democrazia italiana, con l'effetto della surdeterminazione da altri sistemi democratici più forti e solidi e da tentazioni totalitarie.

Ovviamente, primo martire di uno Stato non abbastanza democratico è la cultura civile, che segue, come nel caso di Galileo, l’abiura della scienza sull’ara dell’oscurantismo e dell’interesse di piccolo gruppo.

La Legge Assente, falla della democrazia italiana, sul funzionamento dei Partiti non sarà mai realizzata abbastanza presto.

Venerdì 3 gennaio 2025

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