Sovranità monetaria contro la crisi dell'Ue

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gli stati dell'ue hanno o no sovranità monetaria?

Sovranità monetaria contro la crisi dell'Ue

Pare che non sia poi del tutto (o per niente) vero che l'Europa ci ha scippato la sovranità monetaria

di Stefano Di Francesco

La sovranità monetaria è dello Stato italiano. Sembrerebbe un'affermazione rivoluzionaria, considerato che quasi tutti gli esperti economici ed i politici sono convinti dell'esatto contrario, ma in realtà è una verità deducibile da documenti della Banca d'Italia e della BCE e confermata anche da analisi storiche e giuridiche che non lasciano spazio a dubbi.

Cominciamo con la definizione di sovranità monetaria, chiarendo che con questa parola "si intende il diritto o potere da parte di un soggetto di emettere o stampare moneta avente validità nel proprio territorio".

Vediamo allora cosa dice la Banca d'Italia sulla sovranità monetaria e sul signoraggio, nella spiegazione che troviamo nel suo sito ufficiale QUI: "Oggi, quindi, il signoraggio viene percepito in prima battuta dalle banche centrali, le quali tuttavia lo riversano poi agli Stati, titolari ultimi della sovranità monetaria. La principale differenza consiste nelle modalità con cui si forma il signoraggio. Quando la moneta è prodotta dallo Stato, è quest'ultimo che, spendendola ad esempio per acquistare beni e servizi, la mette in circolo nell'economia e realizza immediatamente il controvalore, al netto dei costi di produzione. Quando invece è la banca centrale a emettere le banconote, queste non sono spese in beni e servizi ma fornite alle banche commerciali, in forma di prestito, per le esigenze del sistema economico, o utilizzate per l'acquisto di attività finanziarie, come i titoli di Stato o le attività in valuta estera; al valore delle banconote, iscritto al passivo del bilancio della banca centrale, corrisponde quindi l'iscrizione di attività fruttifere nell'attivo del bilancio, che rendono un interesse. Perciò la banca centrale ottiene il signoraggio nel corso del tempo, come flusso di interessi sulle proprie attività fruttifere, al netto del costo di produzione delle banconote. Il valore scontato di tale flusso, che come si è detto è riversato allo Stato, è pari a quello che quest'ultimo avrebbe ottenuto immettendo direttamente la banconota nel circuito economico."

Quindi per la Banca d'Italia la questione sulla sovranità monetaria è piuttosto chiara: lo Stato è il titolare ultimo della sovranità monetaria, per cui ha diritto a percepire il signoraggio, sia nell'emissione diretta di monete metalliche che nell'emissione di banconote da parte della BCE o della Banca d'Italia.

A conferma di quanto evidenziato, ovvero del fatto che lo Stato è ancora il titolare della sovranità monetaria, basta osservare il bilancio della Banca d’Italia, nel quale viene esplicitamente riferito come l’utile della stessa venga, in larga parte, girato allo Stato italiano ( Bilancio d’esercizio 2017 della Banca d’Italia).

Pur fidandoci della Banca d'Italia, abbiamo comunque cercato di dimostrare queste sue affermazioni, anche attraverso l'analisi, sotto diversi punti di vista, degli strumenti monetari che attualmente utilizziamo e che hanno oggi corso legale: le monete metalliche coniate dallo Stato e le banconote stampate dalla BCE.

Analisi storica

La sovranità monetaria nel passato era il diritto del sovrano ad emettere monete in metalli preziosi con la propria effige, per la quale aveva il diritto di percepire un utile pari ad una percentuale del metallo utilizzato per coniarle. Detta percentuale rappresentava il "signoraggio", che deriva dalla locuzione "aggio del signore", e che quindi rappresenta il diritto tipico di chi ha la sovranità monetaria, quello di ricevere un compenso per questa sua prerogativa.

Detto questo è chiaro che c'è un diretto legame tra la sovranità monetaria ed il diritto a percepire un signoraggio sull'emissione monetaria, di qualunque natura si tratti.

Il signoraggio sulle monete metalliche spetta sicuramente allo Stato, che incamera il valore emesso detratti i costi necessari per coniarle.

Per quanto riguarda il signoraggio sulle banconote, riprendiamo ciò che afferma la Banca d'Italia nel suo sito ufficiale: "Nel caso specifico dell'area dell'euro l'emissione delle banconote è assegnata alla BCE in concorso con le BCN. Il "reddito monetario" di ogni singola BCN è definito come il reddito annuo che essa ottiene dagli attivi detenuti in contropartita delle banconote in circolazione e dei depositi costituiti dagli enti creditizi. Questo è trasferito alla BCE e da questa ridistribuito alle BCN sulla base della loro partecipazione al capitale della BCE. Le BCN, a loro volta, lo fanno affluire ai rispettivi Stati una volta dedotte le spese di funzionamento ed effettuati i necessari accantonamenti".

In definitiva questa è una conferma che il signoraggio sulle banconote "viene percepito in prima battuta dalle banche centrali, le quali tuttavia lo riversano poi agli Stati, titolari ultimi della sovranità monetaria".

Quindi il fatto conclamato che il signoraggio spetta comunque allo Stato Italiano, anche in presenza di un Sistema Euro, sia sulle monete metalliche che sulle banconote, è la dimostrazione che la sovranità monetaria è dello Stato Italiano e non è mai stata ceduta.

Analisi delle monete metalliche

Il simbolo R+I (Repubblica Italiana) nelle nostre monete metalliche in Euro
Il simbolo R+I (Repubblica Italiana) nelle nostre monete metalliche in Euro

Sul fatto che l'emissione di monete metalliche spetti allo Stato non ci sono dubbi, le monete in euro emesse dai diversi Stati sono tutte diverse e riconoscibili, quelle italiane sono contraddistinte da un simbolo R+I che rappresenta le iniziali di Repubblica Italiana. Quindi il Sistema Euro è in realtà caratterizzato da monete metalliche nazionali aventi la stessa unità di misura e lo stesso rapporto di cambio 1 euro italiano = 1 euro di un'altra nazione. Su questa emissione monetaria la BCE si è però riservata l'approvazione del volume di conio, come prescrive il comma 2 dell'art. 128 del TFUE, almeno per quanto riguarda sicuramente la serie di monete valide su tutta l'Unione Europea, 1-2-5-10-20-50 cent e 1-2 euro.

Più incerta è la situazione per le monete di valore diverso da queste e che gli Stati possono coniare e che hanno valore solo sul loro territorio.

La Finlandia sta coniando dal 2002 monete metalliche da 5 euro, per le quali gli abbiamo chiesto spiegazioni alla Banca Centrale Finlandese, che ci ha risposto:

"Le monete commemorative da 5 € speciali, sono monete da collezione finlandesi e la Zecca di Finlandia può decidere quante ne saranno coniate. La Banca centrale europea (BCE) approva la quantità di monete messe in circolazione negli Stati membri dell'area dell'euro. Le monete in euro emesse in Finlandia, sono coniate dalla Zecca di Finlandia. Queste monete speciali hanno corso legale solo in Finlandia e le banche commerciali in Finlandia le accettano anche come moneta a corso legale."

I nuovi 5 euro tedeschi
I nuovi 5 euro tedeschi

Oggi anche la Germania sta coniando una moneta da 5 euro che ha validità solo sul loro territorio, e stiamo cercando di chiarire se rientra nel volume di conio approvato dalla BCE, che comunque per i tedeschi è stato fin dall'inizio molto più grande degli altri Stati.

Le monete metalliche sono comunque la chiara espressione della sovranità monetaria degli Stati nazionali sul proprio territorio, nonostante la BCE abbia il compito di "approvare" ma non di “autorizzare” il volume di conio ogni anno.

Analisi delle banconote

Le banconote sono sicuramente emesse dalla BCE, almeno per quanto riguarda quelle valide su tutta l'Unione Europea, come prescrive l'art. 128 comma 1 del TFUE: "La Banca centrale europea ha il diritto esclusivo di autorizzare l'emissione di banconote in euro all'interno dell'Unione. La Banca centrale europea e le banche centrali nazionali possono emettere banconote. Le banconote emesse dalla Banca centrale europea e dalle banche centrali nazionali costituiscono le uniche banconote aventi corso legale nell'Unione".

Le banconote hanno però una particolarità, sono iscritte dalla Banca Centrale Europea al passivo del proprio bilancio e questo fatto ha sempre creato scompiglio presso i cosiddetti "esperti economici" che non conoscono la storia della moneta.

Infatti per capire la vera natura della banconota, è necessario risalire alla sua origine, quando sono nate le prime Banche Centrali, che hanno trasformato le "note di banco", cioè delle semplici ricevute di deposito di monete d'oro, in una moneta cartacea con l'effige del sovrano o della nazione.

Questo tipo di moneta originariamente, non aveva valore in sé, ma acquisiva valore dalla promessa, garantita dal soggetto "emettitore", che la banconota poteva essere cambiata a vista al "portatore" in monete metalliche aventi valore a corso legale.

Quando nel 1893 nacque la Banca d'Italia, con la Legge n. 449 del 10 agosto 1893, lo Stato ha dato in concessione alla Banca d'Italia la facoltà di emettere biglietti a vista al portatore che potevano essere cambiati in moneta metallica (art. 3), premurandosi di stabilire una riserva in monete metalliche pari ad almeno il 40%, di cui il 33% in moneta legale italiana metallica che sia per almeno i 3/4 in oro (art. 6).

In pratica questa emissione di banconote è equivalente all'emissione delle vecchie "note di banco" degli orefici del 1300, perché rappresentano una "ricevuta" che dà diritto al portatore, di ricevere in cambio monete metalliche, che sono considerate moneta a corso legale.

Per questo tutte le Banche Centrali del mondo hanno sempre messo queste banconote al passivo del proprio bilancio, perchè rappresentano comunque un debito nei confronti di chi le riceve, da corrispondere in monete metalliche che inizialmente erano solo d'oro e d'argento, mentre poi nel tempo sono diventate di metalli sempre meno preziosi.

Cinquecento Lire (biglietto di Stato)
Cinquecento Lire (biglietto di Stato)

Questo fatto appare evidente dal confronto tra una banconota in lire della Banca d'Italia ed un "biglietto di stato" sempre in lire della Repubblica Italiana.

Diecimila lire (banconote)
Diecimila lire (banconote)

Nella banconota della Banca d'Italia compare la scritta "Pagabile a vista al portatore", a conferma della sua cambiabilità in moneta di stato a corso legale, mentre il biglietto di stato non solo non ha questa scritta, ma ha la scritta ben più importante di "Biglietto di Stato a corso legale".

Questo fatto conferma che la banconota non era considerata una moneta a corso legale essa stessa, ma aveva bisogno della garanzia della sua cambiabilità in moneta di stato a corso legale.

Quindi il biglietto di stato rappresenta una emissione monetaria che ha valore in sé, senza bisogno alcuno di essere garantita da qualcosa, in quanto lo stato è il titolare della sovranità monetaria e può essere iscritta all'attivo del suo bilancio.

Invece le banconote non hanno valore in sé e devono essere garantite dalla loro cambiabilità in moneta di stato a corso legale. Per quanto riguarda la BCE, che ha eliminato quella scritta, il valore delle banconote è garantito dal valore dei titoli e delle riserve presenti all'attivo del bilancio, senza le quali le banconote non potrebbero essere emesse.

In definitiva le banconote rappresentano sempre e comunque un debito della Banca Centrale verso il "portatore", per questo motivo devono essere messe al passivo del suo bilancio e garantite dai titoli o dalle riserve forniti dalle banche.

Quindi storicamente la sovranità monetaria per le banconote è sempre stata del sovrano o in seguito della Repubblica Italiana e questa situazione non è mai stata cambiata dai Trattati dell'Unione Europea.

Analisi giuridica

I Trattati Europei hanno trasferito alla BCE l'emissione di banconote, che prima era di competenza esclusiva della Banca d'Italia e delle altre banche centrali nazionali, unificando questa moneta cartacea per tutta l'Unione Europea (art. 128 comma 1 del TFUE).

Inoltre hanno dato alla BCE un controllo sulla quantità di monete metalliche che hanno validità in tutta l'Unione Europea e che sono emesse dai singoli stati, stabilendo che "Gli Stati membri possono coniare monete metalliche in euro con l'approvazione della Banca centrale europea per quanto riguarda il volume del conio".

In sostanza, nei trattati si parla solamente di banconote (cioè della versione moderna delle vecchie "note di banca") e dell'approvazione del volume di conio delle monete metalliche, cioè del denaro che ha valore in tutta l'Unione Europea. Ma non si parla mai di monete aventi validità solo sul territorio nazionale e meno che mai di moneta elettronica o di moneta fiscale.

In questo senso i Trattati hanno un ambito di applicazione limitato rispetto al ben più ampio ambito di azione di uno Stato in possesso ancora della sovranità monetaria e fiscale sul proprio territorio.

D'altro canto la sovranità monetaria è sempre stata strettamente legata alla sovranità fiscale, in quanto proprio la dichiarazione dello Stato di accettare una moneta per il pagamento delle sue tasse, è la prima caratteristica che rende una moneta valida a corso legale.

Esiste poi il problema degli obiettivi che sono stati stabiliti dal Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea per il Sistema Euro e che sono previsti all'art. 127:

- compito primario della BCE è quello di raggiungere l'obiettivo principale della stabilità dei prezzi, con un livello d’inflazione intorno al 2%;

- fatto salvo questo obiettivo, sostenere le politiche economiche generali nell'Unione, al fine di contribuire alla realizzazione degli obiettivi dell'Unione definiti nell'art. 3 del Trattato sull'Unione Europea, che sono tra gli altri una crescita economica equilibrata e la piena occupazione.

Considerato che tutte le manovre possibili della BCE non hanno sortito alcun effetto in questa direzione, ma anzi hanno aggravato la situazione, si può ipotizzare che gli Stati siano a questo punto autorizzati a richiedere di emettere moneta sovrana valida sul proprio territorio, in modo da raggiungere effettivamente questi risultati.

Ad una richiesta di questo tipo da parte di uno Stato come l'Italia, la BCE farebbe fatica a giustificare un rifiuto per diversi motivi:

- la sovranità monetaria sul proprio territorio è ancora dello Stato;

- la creazione di moneta e la sua immissione diretta nell'economia reale attraverso la spesa e senza debito permette di raggiungere velocemente i risultati previsti all'art. 127 del TFUE;

- la Germania come al solito ha coniato monete metalliche in quantità maggiori di tutti gli Stati europei e sta iniziando a coniare moneta metalliche da 5 euro valide solo sul proprio territorio;

- la BCE non ha competenza nei riguardi della sovranità monetaria e fiscale degli Stati.

Conclusioni

La sovranità monetaria è sicuramente degli Stati e questi hanno tutto il diritto di utilizzarla per raggiungere gli obiettivi previsti dai Trattati.

I modi di farlo possono essere diversi, questi i principali:

- monete metalliche di valore superiore a 2 euro, che la BCE deve approvare “solo” come quantità (art. 128 comma 2 del TFUE);

- biglietti di Stato di qualsiasi valore, perché il TFUE dà alla BCE l'esclusiva solo delle "banconote" aventi corso legale nell'Unione (art. 128 comma 1 del TFUE);

- moneta elettronica o carte di credito di Stato, che non sono prese in considerazione dai trattati, dove si parla solo di moneta metalliche e banconote, tant'è che le banche possono creare moneta elettronica senza limiti, figuriamoci se non può farlo uno Stato, che inoltre ha il vantaggio di poterla mettere all'attivo del suo bilancio in quanto detentore della sovranità monetaria;

- moneta a valenza fiscale, in quanto in base ai Trattati Europei la sovranità tributaria è ancora di competenza esclusiva degli Stati nazionali.

Certamente la BCE non può continuare a creare denaro solo per le banche ed i mercati finanziari, visto che questi provvedimenti non raggiungono nessuno degli obiettivi previsti ed anzi finiscono solo per aggravare la situazione di crisi generale degli Stati.

Perfino Mario Draghi, quando un giornalista in una conferenza stampa gli ha domandato se la BCE può finire mai i soldi, ha risposto imbarazzato in questo modo:

"Beh tecnicamente no … non possono finire i soldi. Quindi abbiamo ampie risorse per far fronte a tutte le nostre emergenze".

Mi sembra allora giunta finalmente l'ora che tra queste emergenze siano inserite anche quelle dei cittadini e degli Stati, e che le soluzioni siano finalmente adottate avendo come riferimento i bisogni di tutte le persone, non solo di pochi privilegiati.

Venerdì 28 dicembre 2018

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