Redazione Online
WASHINGTON | Come stabilito da Obama nei giorni scorsi, sarà il Congresso statunitense a decidere l’intervento in Siria. La prima seduta, dopo la pausa estiva, è prevista per il 9 settembre e sarà solo allora che la Casa Bianca potrà chiedere l’autorizzazione a procedere. Il voto sulla risoluzione dovrebbe poi arrivare entro il 15 giorni, proprio in concomitanza con un altro risultato importante: quello dei test degli ispettori Onu.
PRONTA BOZZA DI INTERVENTO CONTRO LA SIRIA | Tuttavia cogliendo l’invito, lanciato dallo stesso presidente, ad accelerare i tempi, i lavori preparatori sulla bozza di intervento sono già in iniziati. Ed è proprio di ieri sera la notizia che è stato raggiunto un accordo in seno alla commissione Esteri del Senato federale. I leader dei due principali partiti americani, il senatore democratico Robert Menendez e il repubblicano Bob Corker, hanno redatto un il testo che dovrà essere oggi sottoposto al voto del plenum della commissione, e poi a quello dell'assemblea il 9 settembre. Analogo iter dovrà essere seguito alla camera bassa, davanti alla cui commissione Forze Armate compariranno in giornata il segretario di Stato, John Kerry, il leader del Pentagono, Chuck Hagel, e il generale Martin Dempsey, capo dello stato maggiore interforze.
ESCLUSO IMPIEGO DI FORZE DI TERRA | L’intesa raggiunta prevede un termine di sessanta giorni per l’azione contro Damasco, oltre il quale è prevista una proroga, di una sola volta, di ulteriori trenta giorni, a condizione che cinque giorni prima della scadenza la Casa Bianca dimostri che l'estensione è indispensabile, e che il Congresso non si pronunci in senso opposto. Inoltre è escluso il dispiegamento di truppe da combattimento sul terreno ma apre alla possibilità di autorizzare una missione di soccorso in caso di emergenza.
L’APERTURA DI MOSCA | Intanto il presidente Vladimir Putin, contrariamente alla linea seguita fino ad ora, ha dichiarato di non escludere un via libera della Russia a un attacco contro Damasco, qualora fosse provato l'uso di armi chimiche da parte del regime siriano. L'intervento, ha precisato il leader del Cremlino in un'intervista rilasciata tra gli altri al Primo Canale televisivo russo, dovrà comunque avvenire su mandato dell'Onu.
DOMANI IL G20 | E domani c’è un altro appuntamento importante nell’agenda internazionale che potrebbe influire sulle vicende siriane: il G20. Nella due giorni di San Pietroburgo, i temi della lotta all'evasione fiscale e la frenata alla crescita dei Paesi emergenti finiranno di certo in secondo piano, rispetto alla questione di Damasco
Mercoledì 4 settembre 2013
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