di Silvia Tozzi
ROMA | Matteo Renzi via Twitter annuncia che lavorerà «non con annunci spot, ma con una visione alta e concretezza da sindaci».
BUROCRAZIA | «Quella della burocrazia è la madre di tutte le battaglie. Significa cambiare mentalità, tutti». Il sottosegretario Graziano Delrio ha detto «le forze politiche erano chiamate a una scelta: andare avanti con lo stesso premier e lo stesso governo per andare al voto nel 2015 oppure dare alla legislatura un orizzonte di 4 anni per fare tutte le riforme». «Intendiamo fare le riforme che abbiamo annunciato - ha aggiunto Delrio - l’Italia ha bisogno di semplicità e di coraggio, di liberarsi della burocrazia e di aprire una fase nuova, più europea e piena di possibilità. Se il Parlamento ci sta, bene».
ITALICUM | Delrio ha chiarito che «la prima cosa da fare è approvare la legge elettorale alla Camera». Poi ha aggiunto che non ci sarà patrimoniale, ma vi sarà un aumento delle tassazione sulle rendite finanziarie.
LA FIDUCIA | Non è certo l'ottenimento della fiducia domani in Senato, dove diversi senatori hanno manifestato dissensi. Il gruppo del Pd, il più corposo a Palazzo Madama, può contare su 107 senatori. Quelli (sei) che si riconoscono nell'area Civati decideranno solo nelle prossime ore se accordare o meno la fiducia al governo. Poi ci sono i 31 di Ncd, gli otto di Scelta civica, i dodici di Popolari per l'Italia e gli undici del Gruppo delle Autonomie linguistiche.
I CIVATIANI | Corradino Mineo, Walter Tocci, Lorenza Ricchiuti, Donatella Albano, Felice Casson e Sergio Lo Giudice stanno discutendo cosa fare, per quanto Pippo Civati ha ammesso che un no alla fiducia sarebbe un atto grave.
Domenica 23 febbraio 2014
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