di Silvia Tozzi
WASHINGTON | Un gruppo bipartisan di senatori è al lavoro per presentare una proposta per alzare il tetto al debito Usa - fissato per legge a 16.700 miliardi dollari - almeno fino a fine anno per guadagnare più tempo nelle trattative e ovviare al shutdown. Il tempo stringe: dal 17 ottobre gli Stati Uniti non saranno più in grado di rispettare i propri impegni finanziari.
IL RICATTO | Barack Obama ha respinto una proposta della Camera che garantiva la fine dello shutdown con il temporaneo innalzamento del tetto al debito in cambio di concessioni sul budget federale per il prossimo anno.
I REPUBBLICANI | I Repubblicani sono più disponibili a trovare un accordo è la presa di coscienza del malcontento della popolazione. Se non si troverà un accordo, voteranno un provvedimento lampo che aumenti il tetto al debito per sei settimane senza però legare la questione al budget e quindi allo shutdown.
L'ACCORDO | Intanto, alcuni monumenti tra cui la Statua della libertà, il Monte Rushmore, il parco nazionale delle Montagne rocciose, lo Zion Parke il Grand Canyon riapriranno nonostante lo shutdown grazie a un accordo raggiunto dagli Stati di New York, South Dakota, Colorado e Utah e Arizona con il dipartimento federale dell’Interno degli Stati Uniti. In base all’intesa, a finanziare il personale incaricato dei monumenti saranno i singoli Stati, e non il governo federale. Ad annunciarlo sono stati i governatori dei singoli Stati e ognuno di loro si è accordato per un costo differente. Il governatore dello Stato di New York, Andrew Cuomo, ha annunciato che lo Stato pagherà 61.600 dollari al giorno per finanziare il personale del National Park Service necessario a riaprire ai visitatori la Statua della libertà. Nello Stato di New York ci sono 33 siti sotto la giurisdizione del National Park Service, comprese appunto la Statua e la vicina Ellis Island.
Sabato 12 ottobre 2013
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