Pd-Pdl è scontro su calendario lavori Giunta. Letta al Senato: «Necessaria stabilità politica»

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Pd-Pdl è scontro su calendario lavori Giunta
Letta al Senato: «Necessaria stabilità politica»

«Basta una scelta sbagliata per mandare all'aria anni di sacrifici»

Redazione Online

Il premier Letta
Il premier Letta

PD E PDL SCONTRO SU CALENDARIO GIUNTA | Dopo l'intesa raggiunta ieri sulla procedura da seguire per il caso Berlusconi, oggi non si raggiunge l'unanimità nel decidere il calendario dei lavori che dovrebbe seguire la Giunta del Senato. Pd e Pdl hanno ripreso a scontrarsi e a lanciarsi accuse reciproche. «In assenza dell'unanimità - spiega Stefania Pezzopane (Pd) - dovrà essere domani il presidente a proporre il calendario».

LETTA, SERVE STABILITÀ POLITICA | Intanto Letta durante l'informativa al Senato sui risultati del G20 di questo pomeriggio, ha sottolineato ancora una volta, quanto sia importante garantire al Governo una continuità politica. «Il costo dell'instabilità è un costo pesante, per i cittadini e per le imprese. Scelte sbagliate possono costarci fino a un miliardo di euro. Ci vuole un attimo per bruciare i sacrifici compiuti finora per ritrovare la stabilità dei conti pubblici e buttare via i risultati raggiunti e le fatiche fatte in questi anni».

BASTA UN ATTIMO PER BRUCIARE TUTTO | «Per la prima volta al G20 – ha spiegato il premier - non si è discusso di salvataggi, di debiti sovrani o di fibrillazioni sui mercati. Siamo arrivati forti del lavoro svolto in questi anni, foriero di risultati positivi, e dei tanti sacrifici fatti dagli italiani. Siamo stati promossi per i risultati raggiunti, c'è stato un grande riconoscimento. Questo è stato un grande risultato».

PARLAMENTO FACCIA SCELTE GIUSTE | «Se buttiamo via la fiducia e la stabilità torniamo in grandissima difficoltà», per questo il Parlamento deve operare «scelte giuste». Lo dice il premier Enrico Letta, intervenendo al Senato sui risultati del G20. «Paghiamo ogni anno 85 miliardi di euro per mantenere in vita il debito così com'è, e se sbagliamo gli 85 miliardi diventano 90: i tedeschi pagano 20 miliardi in meno di noi, i francesi 30, gli spagnoli 50. Lo dico perchè - aggiunge il presidente del Consiglio - in Parlamento ci accapigliamo per spostare milioni da una parte all'altra del bilancio, ma serve trovare le ricette giuste».

Mercoledì 11 settembre 2013

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