di Silvia Tozzi
NEW YORK | Il nuovo leader iraniano Hassan Rohani ha recentemente parlato dal palco delle Nazioni Unite (dove per la prima volta si è presentato alla comunità internazionale) dell’Olocausto, ammettendo che i nazisti hanno commesso crimini riprovevoli contro gli ebrei. Un radicale cambiamento rispetto a Mahmoud Ahmadinejad, portavoce della teoria negazionista. Gli istraeliani però non sono soddisfatti: il presidente iraniano avrebbe pronunciato frasi generiche, rivolte a tutti i crimini nazisti. Lo stesso Rohani, però, a distanza di ore, ha ribadito come «i nazisti hanno commesso un massacro che non può essere negato, soprattutto contro il popolo ebraico».
REAZIONI DA GERUSALEMME | «Le affermazioni di Rohani non bastano. Se è vero che non ha negato la Shoah, non ha neppure condannato chi la nega», ha affermato il ministro israeliano per le relazioni internazionali, Zeev Elkin. Benjamin Netanyahu ha bollato come cinico l’intervento di Rohani, invitando il mondo a «non farsi ingannare» dalle inedite aperture sul dialogo da parte dei vertici di Teheran e dalla disponibilità ad avviare colloqui veri sul programma nucleare iraniano.
IL PROGRAMMA NUCLEARE | Disponibilità che Rohani ha ufficializzato nel suo discorso all’Onu. Il leader supremo iraniano, l’Ayatollah Sayyd Ali Khamenei, negozierà con gli Stati Uniti sul nucleare. Al contrario, la Casa Bianca è interessata a testare le aperture iraniane. Lo scambio reciproco di aperture tra Barak Obama e Rohani viene vissuto come una svolta. «Non abbiamo mai parlato a questi livelli per 35 anni, e dobbiamo valutare questi passi con attenzione», ha spiegato Rohani, che ha già incontrato il presidente francese Francois Hollande.
Mercoledì 25 settembre 2013
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