«Ma il sindaco è il mestiere più bello?» ecco le prerogative del primo cittadino

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Verso le imminenti elezioni amministrative

«Ma il sindaco è il mestiere più bello?»
ecco le prerogative del primo cittadino

Igor Belanky dedica un ritratto al pittore Beppe Ricci, ex sindaco, ora impegnato in un’iniziativa artistica volta a dare lustro alla figura del «primo cittadino». La diagnosi del sociatra Sergio Bevilacqua

di Antonio Rossello

Beppe Ricci
Beppe Ricci

Igor Belanky dedica un ritratto al pittore Beppe Ricci, ex sindaco, ora impegnato in un’iniziativa artistica volta a dare lustro alla figura del «primo cittadino». Tra emergenza sanitaria ed emergenze economiche-sociali, il ruolo di sindaco sarà fondamentale nel futuro anche per la creazione e progettazione di città più vivibili, green e digitali attraverso l'utilizzo delle risorse del PNRR. Sulla competizione elettorale d'autunno intanto i partiti sono in difficoltà nella definizione dei candidati. La diagnosi del sociatra Sergio Bevilacqua.

Alla fine, è arrivata l’ufficialità del rinvio delle elezioni amministrative 2021: causa Covid, le urne non si apriranno nella tarda primavera ma in una data compresa tra il 15 settembre e il 15 ottobre. Si tratta di un appuntamento molto delicato, visto che le urne che si apriranno in oltre mille comuni italiani tra cui le quattro città più popolose del Paese, Roma, Milano, Napoli e Torino, ma pure capoluoghi di provincia minori, come Savona.

Vista la posta in palio, logico aspettarsi come questo voto avrà una forte valenza anche a carattere nazionale. Mentre, in partiti e coalizioni, sono in corso accese dispute per la definizione delle candidature più rilevanti, spesso non si tiene conto di seri criteri di selezione, esiste una necessaria gavetta che troppo spesso manca a chi fa il parlamentare, l’assessore, il sindaco. Così si finisce per improvvisare.

Al tempo stesso, sui social networks e internet, imperversano discussioni sull’arduo obiettivo di delineare la città di oggi e di domani, di cui sono protagonisti cittadini a vario titolo: giovani, stranieri, donne, anziani e famiglie, allo scopo di far emergere difficoltà, opportunità e proposte concrete per le amministrazioni in carica o da rieleggere, con percezioni che toccano tematiche comuni e trasversali.

Sui comuni pesano problemi di tutti i generi, praticamente sempre con risorse irrisorie anche quando non ci si trovi, ed è caso frequente, a doversi caricare sulle spalle i lasciti onerosi di quanto si è speso allegramente negli anni delle vacche grasse.

Una delle domande più consuete riguarda proprio le prerogative del primo cittadino città, ossia il sindaco, il quale spesso viene chiamato in questo modo per sottolineare l’importanza del ruolo che riveste, così impegnativo ma ricco di soddisfazioni, che potrebbe essere valorizzato, anche rispetto ad altri poteri, centrali o periferici, da una riforma costituzionale, già delineata nella proposta Renzi-Boschi, frettolosamente bruciata dal referendum del dicembre 2016 - con l’abolizione delle Province, il rafforzamento di poteri comunali e l’istituzione in sede costituzionale delle città metropolitane.

Eletto solo dagli abitanti del comune, il sindaco rimane in carica per cinque anni e sostanzialmente ha il compito di far funzionare bene la città. Senza, tra tutte le figure politiche che sono previste dallo Stato italiano, quella del sindaco è la più vicina alla vita dei cittadini, siccome incide su temi particolarmente quotidiani, come la puntualità degli autobus, il traffico e la pulizia delle strade.

I cittadini guardano ovviamente al loro sindaco come responsabile di tutto e lui, vuoi che abbia il problema di fare un secondo mandato, vuoi che comunque debba costruirsi una rendita di posizione per il «dopo», ha poco interesse a lasciare spazi di visibilità alla sua squadra di governo, in cui, fra il resto, non mancano mai quelli che sgomitano per portargli via la scena.

Fra i temi maggiormente dibattuti, c’è senza dubbio la riorganizzazione della cosiddetta macchina amministrativa, in tutti i suoi settori, con l’obiettivo di realizzare un efficientamento e una semplificazione dei procedimenti, nonché una più equilibrata ed omogenea distribuzione delle competenze. Spetta al sindaco e ai suoi assessori il compito di ridefinire l’organizzazione interna del Comune, nell’ottica ovviamente di migliorarne la funzionalità e la produttività.

Va fatto capire ai dipendenti che loro fanno parte del processo di cambiamento. Vanno divise le mele marce da chi fa un grande lavoro, sovente senza soldi e senza strumenti. Bisogna premiare il merito. Va fatto sentire al personale, soprattutto ai dirigenti, che sono debitamente considerati, anche perché spesso è impossibile nell’immediato colmare tutti i vuoti di organico. Spesso ci sono funzionari che hanno paura di firmare gli atti perché non c’è un supporto centrale che li garantisca nelle piccole e grandi riforme e nel coraggio che alcuni hanno e di cui c’è tanto bisogno.

Il sociatra Sergio Bevilacqua ha elaborato un’accurata analisi dal titolo: -Il Comune verso il Futuro-, in cui viene considerato lo sviluppo del funzionamento comunale dopo il compimento della Riforma (Testo Unico del 2000) e a tutt’oggi 2021.

Su gentile concessione dell’autore, il documento è disponibile al link. Il Comune verso il Futuro

L’illustratore Igor Belansky il pittore ritrae, con la fascia tricolore, Giuseppe Ricci detto «Beppe», già sindaco di Orsara Bormida (AL), dal 2009 al 2014, in una tavola a china, che a pieno ne restituisce i tratti di talento multiforme, poetico ed egocentrico, torrenziale e impossibile da contenere e ingabbiare dentro generi ed etichette, capace di ottenere successi di critica, premi e riconoscimenti di prestigio, nel corso di una carriera artistica costellata di numerose esposizioni collettive e personali in Italia e all’estero.

Dietro al suo personaggio, la partitura di una storia intrecciata, un fil rouge, tra impegno amministrativo e passione artistica e intellettuale, nell’amalgama di due anime dell’Acquese, la colta e la popolare, costantemente inseguita e talora colta.

In questa stagione pandemica, a restituirci, nella sua completezza di cinquanta anni, l’esperienza in campo figurativo, paesaggistico e ritrattistico di Ricci, allievo di Gigi Morbelli, non sono più le mostre ma il suo sito internet ufficiale, che mantiene intatto lo spirito di una collezione privata, eterogenea, formata sul gusto e sulle frequentazioni del sindaco-pittore, scandita su segmenti dedicati a distinti temi e tecniche.

La sua dedizione si è tra l’altro rivolta a ritrarre sindaci del suo territorio, non citabili tutti per limiti di spazio, nel momento in cui varie vicende di cronaca riportano all’attenzione la complessità di questo ruolo. Senza generalizzare, che è sempre sbagliato, oggi la carica di sindaco può essere una specie di calvario che attira poco chi può starne lontano. La mitica società civile è poco propensa a cacciarsi nei pasticci che comporta un ruolo pieno di responsabilità, esposto a tutte le critiche e pochissimo sostenuto da un contesto sia a livello politico che burocratico.

In tal senso, quella di Ricci è un’ispirazione significativa da parte di ha espresso in pieno questa opinione: «Il sindaco è il mestiere più bello», per l’esperienza vissuta alla guida del proprio paese natale. E crede che la condividano gran parte dei sindaci ed ex sindaci che hanno fatto questa esperienza politica nei disparati territori italiani.

E fa omaggio delle sue pitture ai soggetti immortalati e alle comunità. L’intenzione è quella di essere riconoscente verso chi, come lui, si è prodigato distinguendosi in ambito civile e sociale, come pure di valorizzare le tradizioni locali. È un modo unico e genuino per esser più vicino a tutti. Un messaggio di amor patrio e fratellanza universale ai tempi del coronavirus, verso il quale sui social network in molti hanno condiviso la propria gratitudine.

Mercoledì 26 maggio 2021

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