di Patrizia Tassone
Da poco meno di un mese un nuovo anno scolastico ha avuto inizio. La mia prima preghiera di buon auspicio verso i nostri figli, che si apprestano ad affrontare i prossimi mesi, è che la tempesta delle restrizioni, più o meno necessarie (su questo si può discutere ma indubbiamente disumane) non debba più abbattersi su di loro. Se penso a tutti quei ragazzi e ragazze a cui, a causa di un’infame tessera verde, è stato proibito il diritto allo studio non posso che provare pena per l’attuale struttura burocratica chiamata scuola (con la s minuscola). Probabilmente molti non saranno al corrente, ed altri hanno presto dimenticato, che uno degli effetti devastanti di questo strumento di discriminazione è stato quello di impedire, a un non trascurabile numero di studenti, di recarsi a scuola giacché non avevano altri mezzi se non quelli pubblici.
Non solo. Molti non sapranno che di fronte alle richieste di gruppi di genitori di attivare la DAD anche per questi studenti la risposta è stata un NO. Il diritto, costituzionalmente sancito, allo studio è stato messo da parte perché, fonti di legge sottordinate sono state ritenute prevalenti, ergo, a meno che non avessero avuto una segnalazione di positività al Covid non potevano accedere alle lezioni. Non solo. Questa situazione è perdurata per mesi quindi questi poveri studenti, nella migliore delle ipotesi, hanno recuperato a settembre i debiti formativi, nella peggiore delle ipotesi, non sono stati ammessi nemmeno allo scrutinio a causa delle assenze accumulate per il loro perfetto stato di salute. Una mattanza avallata da alcuni (non tutti fortunatamente) professori e dirigenti che in pubblico parlano di scuola inclusiva e poi si nascondono dietro il paravento di una legalità che mai dovrebbe intaccare i diritti di ciascun essere umano, in particolare lo studio.
Bene, dopo questa mia critica “storica”, ciò che mi anima a scrivere questo articolo di giornale è la speranza che il messaggio in esso contenuto possa arrivare a quante più anime possibile perché la coscienza è latente in ognuno di noi, è una corda che aspetta di vibrare e quando inizia a vibrare diventa una comunicazione contagiosa. Uno dei vari e preziosi doni che la vita mi ha fatto è stato quello di conoscere, per puro caso, persone meravigliose che a loro volta mi hanno veicolata verso altre persone sublimi. Evidentemente la mia corda ha iniziato a vibrare contagiandone altre o viceversa. Da tempo seguo relatori importanti, personalità di spicco e anime umili, meno conosciute ma immensamente grandiose. Ho la fortuna di abitare in un Comune (Capannori nella provincia di Lucca) non molto conosciuto ma che apprezzo perché circondato da una fitta vegetazione e dove l’ecologia è uno dei principali fattori a cui l’Amministrazione, da anni, guarda con serietà, ma non l’unico.
Da diverso tempo ormai Capannori si mostra sensibile ad altre tematiche afferenti al benessere del cittadino che passa anche da aspetti più soggettivi ed intimi. Attraverso il percorso “Nuove Consapevolezze”, è stata data la possibilità a tutte le persone di partecipare ad eventi gratuiti che hanno visto susseguirsi relatori e personaggi notevoli come il prof. Berrino, il regista Thomas Torelli, il biologo e musicista Emiliano Toso, lo scrittore Daniel Lumera, solo per citarne alcuni. A luglio scorso, proprio in occasione di uno di questi eventi, ho avuto l’onore, grazie alla gentilissima collaborazione di Ilaria Bacciri (organizzatrice per il Comune di Capannori), di conoscere e parlare con la Professoressa (notare la P maiuscola!) Daniela Lucangeli (Professoressa di psicologia dello sviluppo all’Università di Padova e membro di uno dei comitati tecnico scientifici presso il Ministero dell’istruzione) a cui ho rivolto le mie perplessità riguardo all’attuale sistema scolastico.
Innanzitutto partendo dalla parola “sistema” che dà proprio l’impressione di qualcosa di complesso e strutturato oltre che distaccato. Ho chiesto se fosse giusto procedere con una impostazione che vede i bambini all’età di 6 anni essere sottoposti al giudizio, il quale poi sfocia in competizione con gli altri compagni o fonte di stress già a tenerà età. Insomma se insistessimo su questa strada siamo veramente sicuri di avere delle generazioni future felici? Che cosa possiamo fare di utile per i nostri figli? La professoressa Lucangeli esordisce dicendomi che la Scuola dovrebbe essere il luogo di sviluppo migliore di ogni bimbo nella soddisfazione piena dell’insegnante che lo accompagna. Un bambino e un insegnante non sono una struttura scissa, separata ma sono un flusso: non c’è allievo senza maestro e non c’è maestro senza allievo.
Prosegue sostenendo che è necessario cambiare la forma mentis ma questo deve essere un cambiamento collettivo perché non si può fare la scuola migliore possibile se non si studia insieme, e non si può fare se non si investe sulla formazione dei propri docenti, dunque è necessario operare una rivoluzione pacifica che coinvolga tutti, e cioè da chi si occupa di capire come funziona la crescita ma anche da chi fa strumenti di aiuto, perché ciò che spesso non comprendiamo è che lo strumento consente che chi sta aiutando sia facilitato, quindi non chi riceve l’aiuto (cioè il bambino) ma chi sta aiutando (l’insegnante) lo si facilita ad aiutare. È necessaria una evoluzione più che una rivoluzione, sarà fondamentale, per il proseguo, creare un processo in cui chi studia, chi apprende, chi restituisce è in realtà un’unica collettività che si mette in cammino. I Dirigenti Scolastici devono fare da facilitatori, ossia, in un certo qual modo fare con gli insegnanti allo stesso modo con cui questi dovrebbero fare con i ragazzi, devono accompagnare gli insegnanti nella loro evoluzione a magister.
Il vero desiderio di sapere si nutre sia con il sapere, sia ampliando la voglia di sapere dunque se la scuola riuscisse a mantenere questo equilibrio, questo filo sottile tra ciò che ti do ma che domani amplieremo insieme allora ce l’abbiamo fatta tutti: dagli insegnanti ai bambini. E qual è il ruolo di noi genitori in questa comunità? «Una comunità non deve lasciare indietro nessuno e si può crescere solo se si cresce insieme. I genitori possono e devono rinforzare le relazioni fra loro e i propri figli, fra i propri figli e insegnanti, fra i propri figli e i loro compagni e, infine fra genitori stessi.». Ho compreso attraverso le parole impattanti e cariche di profonda sapienza della Professoressa Lucangeli che l’evoluzione ci permetterà di entrare in una età di armonia dove tutti collaboreranno per tutti, dove tutti sapranno qual è il proprio compito e ruolo, così come una cellula lavora contemporaneamente per sé e per tutte le altre. Se tutti avessimo l’interesse di tutti (perdonate il groviglio di parole e le ripetizioni) allora il sistema (che attualmente ci vede divisi, separati, in cui regnano interferenze, discriminazioni e incomunicabilità) a quel punto diventerebbe un “corpo unico” dove tutti hanno la coscienza di collaborare coscientemente per sé e per tutti.
Grazie Prof.
Mercoledì 5 ottobre 2022
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