Gender: il caso del figlio/figlia di Elon Musk. Simbolico, Immaginario e Reale nel sesso oggi

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i problemi d'identità sessuale sempre in evidenza, tra caso musk e olimpiadi

Gender: il caso del figlio/figlia di Elon Musk
Simbolico, Immaginario e Reale nel sesso oggi

Mentre esplode il tema del gender cosiddetto negli sport olimpici, con il caso del pugilato femminile ove un dubbio di genere ha indotto squilibri nel comportamento di gara, occorre fare il punto sulle vere basi attuali della differenza sessuale

di Sergio Bevilacqua

Transessualismo tra Musk e Khelif
Transessualismo tra Musk e Khelif

Ecco di seguito il link a un evento rilevante che ha interessato l’imprenditore globale Elon Musk: https://lanuovabq.it/it/il-dolore-di-musk-per-il-figlio-trans-ucciso-dal-virus-woke. Forse questo episodio è sfuggito a qualcuno, ma nel frattempo Elon Musk ha manifestato il suo sostegno alla scelta dell’olimpionica di pugilato Angela Carini di rinunciare quasi subito con il ritiro alla gara contro l’algerina Imane Khelif, ex uomo secondo alcuni, nata donna con squilibri ormonali secondo altri. Le congnizioni vere sul caso sono comunque incerte, essendo dovute a fonti non controllate.

Da scienziato (dei sistemi aperti) non condivido i toni spettacolistici che accompagnano fatti come il caso Musk o quello Khelif-Carini.

D’altra parte, come potrete immaginare, se è vero che sono un sociologo, sociatra sul campo della clinica operativa da 50 anni, dovrei essermi occupato della problematica dell’identità sessuale, non solo intellettualmente ma anche socio-clinicamente: essa è base di una gran parte di aggregazione societaria umana e uno dei grandi campi aperti dall’evoluzione della nostra specie, inizialmente trattata come cifra proprio distintiva da parte della psicanalisi. Infatti, come si deve fare in ogni contesto clinico, mi sono informato profondamente di tutta la problematica sul piano scientifico e teorico, ho acquisito informazioni affidabili dalle scienze più esatte (chimica, fisica, biologia nei loro rapporti con la Medicina, quella organica di tutti i tipi e, in particolare, psichiatrica) e poi ho cercato campi di prova e applicazione, tenendo aperte tutte quelle finestre logiche ed empiriche che qualificano il fenomeno dell’identità sessuale come fatto non esclusivamente meccanico e deterministico. Sono stato consulente di associazione LGBTQI+ di transessuali integrati e/o motivati all'integrazione (che, cioè, avevano trovato o cercavano un loro posto normale nella società del lavoro) e le ho seguite su aspetti individuali e collettivi.

Quindi, in una vita, ho prodotto idee piuttosto precise e comprovate sperimentalmente: non ideologie o religioni e nemmeno mezzi percorsi scientifici o politici, con tutto il vero rispetto, ma prassi clinico-sperimentali, nei limiti dei sistemi aperti. Sopra queste ultime si applicano poi le visioni politiche e culturali, che possono portare a destra o a sinistra (e vale la maggioranza). Ma sul piedistallo scientifico non si dovrebbe discutere, cosa che, invece, fanno ideologie, religioni anche ignoranti delle oggettività.

Ora, il caso del figlio di Musk è abbastanza inquietante: data la mente creativa e votata al futuro dell’imprenditore di Tesla, è davvero strano che si sia lasciato sfuggire di mano un fatto così importante e identitario.

La biologia scientifica fine (che non è tutta la biologia, in parte ancora empirica) dice che sono rarissimi i casi di disturbi d'identità sessuale dovuti a fattori organici. E che, per quanto riguarda l’aspetto psichiatrico, l’identità sessuale si può considerare stabilizzata solo intorno ai 20 anni (con un certo beneficio d’inventario da valutare caso per caso), quando tutto il sistema etologico umano si organizza nelle ultime flessibilità strutturali, con l’assestamento di alcuni fattori chimici, ad esempio l’accoppiamento della dopamina ai segni percepiti tramite i sensi dal cervello nel mondo esterno, segni che, di conseguenza, producono reazioni interne come sentimenti e sensazioni, alcuni più stabili, altri più mutevoli.

È pertanto buona prassi, fino a quel momento, considerare delle tolleranze (in senso tecnico), il che significa sospensione delle forme di repressione verso una o l’altra delle identità maschile o femminile e anche, ovviamente, incoraggiamento artificiale. La tolleranza sta nella non-repressione di comportamenti sessuali difformi dal modello teorico della differenza sessuale, che tutti, m e f, in modo più o meno intimo, attuano durante pubertà e adolescenza.

La educazione familiare e scolastica deve però:

  1. attrezzare gli individui a difendere la propria pratica empirica con la prevenzione conoscitiva,
  2.  inoltre, se necessario, essere pronte a sostituirne le capacità di difesa in caso di attacchi violenti e traumatici (bullismo, violenza sessuale sia fisica che psicologica entrambe pericolosissime in fase formativa, di gestazione dell'identità che, come detto sopra, termina intorno ai 20 anni),
  3. anche rammentando, in modo non ideologico, le condizioni obiettive della propria identità biologica
  4. Un altro sano argomento poco presente alle famiglie e nella formazione dei docenti nella scuola dell’obbligo e secondaria, è che esiste una specularità di varianze dell’immaginario sessuale dei maschi e delle femmine umane. E che quindi le molte varianti del maschile e del femminile possono incontrarsi, senza richiedere un faticoso e pesante percorso di ingegneria fisica e sessuale (transessualismo).

Oltre al transessualismo, altrettanto correlato è il tema complessivo e variegato degli altri orientamenti sessuali, la cui codifica rappresenta però una trappola, poiché tende ad etichettare ciò che non è etichettabile, inducendo decisioni eventuali gravose e riduttive (molti dei cosiddetti “coming-out” omosessuali), che inducono spesso disagio. Non siamo macchine, e la semovenza del desiderio disvelata dalla psicanalisi, a volte dovuta a fattori del tutto inconsci oppure genetici, è esperienza comune, in vari gradi e implicazioni, a tutti i soggetti della specie umana, come dimostrano gli approfondimenti anamnestici delle pratiche psicoterapeutiche di tipo clinico.

Poi, uno dei versanti dell'evoluzione della specie umana e del suo adattamento all’ambiente, tema centrale sul piano antropo-olistico, sta nell'equilibrio progressivo di Reale (i sensi) e Immaginario (la fantasia, la imperfezione del linguaggio, la visione,...) in quel piano di azione che chiamiamo passaggio all’atto o, anche, Simbolico.

Se il mio spunto sopra ha a che fare con il Reale (e quindi con la possibile prassi conoscitiva scientifica del caso), l'apertura della dimensione immaginaria che faceva problema in Freud novecentesco, trova invece diversa collocazione in Lacan suo erede dal XXI secolo in là. Qualcuno all'epoca invocò Jung, che, con un rigurgito di spiritualismo, si oppose alla pratica organica e interminabile della tecnica psicanalitica, che invece rappresenta il concatenamento tra reale e immaginario mutevoli spontaneamente, e la giusta via per assorbire le varianze dell’umano (ermeneutica) senza sforzi meccanici impropri e pericolosissimi. La mia esperienza sociatrica, ove le varianze dell’umano esplodono nelle sommatorie societarie, conferma che l'equilibrio freudiano e lacaniano di visione del soggetto umano è preziosissimo. Proprio per questo dico Lacan: il suo contributo è proprio nella riscoperta dell'immaginario e nella sua rivitalizzazione come istanza Reale, quindi da ammettere. Un grado in più di giusta e necessaria libertà, su cui però non deve inserirsi alcuna forma di licenza: l’emersione dell’immaginario fa parte dei meccanismi di evoluzione della specie umana e del suo adattamento olistico progressivo, verso la pace interna e un miglior bilancio con l’ambiente antropizzato.

Dunque, grazie al lavoro di conoscenza del soggetto umano dovuto alla clinica psicologica abbiamo identificato nuove facoltà umane, che consentono l’ammissione dell'immaginario anche d'identità di genere.

Ma non qualsiasi delirio! La strada è quindi quella della tolleranza e della corretta informazione di famiglia e scuola, ma nessun supporto a deliri passeggeri di contenuto irriflettuto e puramente edonistico.

I genitori e i docenti delle scuole di primo e secondo grado possono riportare le loro evidenze di casi maschili e femminili, che sono interessati anche da fattori di tipo sociologico puro: la sotto-società maschile è tendenzialmente gerarchica, quella femminile è tendenzialmente collettiva. Inoltre, la femmina umana sviluppa comportamenti seduttivi almeno preconsci già in età pre-puberale e poi matura velocissimamente in età post-puberale, diventando attrattiva per quasi ogni tipologia maschile. Ciò la rende molto seducente e così molte psicologie maschili in formazione possono cadere nella trappola del desiderio, che nel rimbalzo tra Reale e Immaginario non ha ancora sviluppato barriere sufficienti tra Avere ed Essere. Così, nel maschio giovane, l'immagine della donna penetra e agisce come una specularità o una oggettualità: le due forme sono inoltre correlate in senso operativo Immaginario e Simbolico. E oggi, in era ginecoforica, il fatto assume sembianze estreme.

E vieppiù estremi se ne presentano i casi. È necessaria quindi molta attenzione e competenza da parte di famiglie, scuola, educatori. La mia esperienza socio-clinica dice che la repressione è errata e produce più danni che benefici, per le reazioni dell’inconscio alle restrizioni, e così anche l'avvio di una riduzione ideologico-religiosa, in entrambe i sensi, della realtà del caso d’identificazione sessuale di genere.

Rimane la grande difficoltà di gestione delle aperture immaginarie in epoca ginecoforica (infatti credo che dovremo sopportare parecchio...). La ginecoforia spiega in parte il perché su dieci casi, nove sono maschi che desiderano diventare donne e uno solo è di ragazze che desiderano diventare maschi. La questione ha oltretutto caratteri completamente diversi. Cioè, uno dei segni della ginecoforia (una delle 6 rivoluzioni correnti) è la valorizzazione dell’antropologia femminile, che può indurre anche migrazioni (transito di 9 casi su 10 da M a F e di uno solo da F a M) quasi della sola fenomenologia superficiale. Ma non esiste specularità tra MtF e FtM (come si dice nel mondo): per semplificare molto (siamo ai confini del sapere sperimentale possibile, ma mi sentirei di sostenerlo ancora...), il transessualismo MtF è più un caso deformato di natura eterosessuale; Il FtM è più un caso invece di tipologia omosessuale (lesbico).

Non dovrebbe sfuggire la differenza, ma su questo tema molto aperto tornerò in un prossimo articolo.

Venerdì 2 agosto 2024

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