di Silvia Tozzi
ROMA | Il ministro Anna Maria Cancellieri non prima di mercoledì (non ha cambiato la sua agenda e quindi sino ad allora è impegnata) chiarirà in Senato che la sua telefonata al Dap sulle condizioni di salute di Giulia Ligresti non voleva in alcun modo interferire nelle decisioni dei magistrati sulla scarcerazione. «Ribatterò punto su punto alle inesattezze e alle falsità dette e scritte su di me in questi giorni». Ha già inviato una lettera ai parlamentari in cui chiarisce la sua posizione e afferma non si dimetterà.
CANCELLIERI | Il ministro si definisce «amareggiata», ma non molla: «Sono qui a fare il ministro per risolvere i problemi».
IL MOVIMENTO 5 STELLE | Il Movimento 5 Stelle, così come la Lega Nord, annuncia una mozione di sfiducia perché, ha detto il capogruppo alla Camera Alessio Villarosa, «mentre migliaia di persone soffrono per le condizioni carcerarie, lei si preoccupa della figlia di Ligresti, titolare della società ex datrice di lavoro del figlio che ha ricevuto una buonuscita di 3,6 milioni di euro». Insiste Beppe Grillo: «Nessun monito da parte di Napolitano, non un fiato da Capitan Findus Letta».
LA MOZIONE | Nel testo della mozione di sfiducia si dice: «Il solo sospetto che un ministro della Giustizia possa aver ricevuto ed esercitato pressioni, è un’ombra di cui un membro delle istituzioni non si può vestire. D’altra parte siamo memori di un caso, avvenuto nella scorsa legislatura, e riguardante un presidente del Consiglio dei ministri e la Questura di Milano che può sembrare molto simile alla situazione in questione».
IL PD | Il Partito Democratico non si schiera. Danilo Leva, responsabile Giustizia, dice: «Non c’è dubbio che si tratta di una vicenda molto delicata sulla quale è bene si faccia chiarezza e anche in tempi molto rapidi. Il ministro deve chiarire il senso di quelle parole e fugare ogni dubbio sul fatto che in Italia non ci sono detenuti di serie A e detenuti di serie B. Siamo in una fase in cui in molti cercano di strumentalizzare la vicenda, piegandola anche a logiche particolari. Per il bene del Paese il ministro Cancellieri deve riferire all’Aula e, a seguito di quanto lei dirà, ogni forza politica dovrà fare le sue valutazioni e anche noi faremo le nostre».
CUPERLO | Il candidato alla segreteria Gianni Cuperlo è più esplicito: «È un episodio che lascia l’amaro in bocca perché ci si chiede se quel gesto sarebbe stato fatto per chiunque o perché aveva quel cognome. Certo è un episodio che non aiuta il governo Letta».
IL PDL | Il Pdl difende il ministro (e probabilmente anche Ligresti), come Fabrizio Cicchitto: «È evidente la strumentalità anti-governativa di certi titoli di giornale e di alcuni interventi parlamentari». Fa eco Daniela Santanchè: «La Cancellieri deve rimanere al suo posto, ma per coerenza con se stessa mandi gli ispettori alla Procura di Milano per ripristinare la giustizia sul caso della telefonata di Silvio Berlusconi in questura».
IL PROBLEMA DI LETTA | Esplicita tutto il renziano Antonio Funiciello, quando dice che il premier Enrico Letta «non può permettersi di sostenere la Cancellieri dopo aver fatto dimettere Josefa Idem per duemila euro». Se Cancellieri si dimette, si avvierà molto probabilmente un rimpasto di governo che costringerebbe a rimescolare la squadra con tutte le incognite legate alla trasformazione del Pdl in Forza Italia.
Sabato 2 novembre 2013
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