Iva il primo ottobre scatta l'aumento. L’aliquota crescerà dal 21% al 22%

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Dopo il vertice tra Saccomanni e Rehn il governo rompe gli indugi

Iva il primo ottobre scatta l'aumento
L’aliquota crescerà dal 21% al 22%

Compensato così il mancato gettito seguito all'abolizione dell'Imu

Redazione Online

Aumento Iva al 22%
Aumento Iva al 22%

ROMA | Il Ministro dell'Economia e delle Finanze Fabrizio Saccomanni ha incontrato ieri mattina il Vice Presidente della Commissione europea e Commissario agli Affari Economici e Monetari Olli Rehn, a Roma per un'audizione in Commissione Bilancio alla Camera, programmata da tempo nell'ambito dell'indagine conoscitiva relativa alle comunicazioni della Commissione di Bruxelles al Parlamento Europeo e al Consiglio «Verso un'Unione economica e monetaria autentica e approfondita - Creazione di uno strumento di convergenza e di competitività; Coordinamento ex ante delle grandi riforme di politica economica previste».

BILANCIO ECONOMICO EUROZONA | L'incontro, svoltosi nel quadro dei regolari e continui contatti tra Commissione e governi nazionali, è stato un'occasione per uno scambio di vedute sulla situazione economica in Europa e in particolare nell'area dell'Euro. Il Ministro Saccomani ha fornito al Commissario alcune indicazioni preliminari sui lavori in corso per la predisposizione della Nota di aggiornamento al DEF, che verrà discussa in Consiglio dei Ministri entro il 20 settembre, e della Legge di stabilità 2014, confermando che in questi provvedimenti sarà ribadito l’impegno dell'Italia a contenere il deficit nel limite del 3% del PIL.

REHN, BENE GLI SFORZI DEL GOVERNO | Il Vice Presidente Rehn ha espresso apprezzamento per gli sforzi compiuti dal Governo italiano per sostenere l'attività economica rispettando nel contempo i vincoli europei: «La procedura di deficit eccessivo per l’Italia è chiusa – ha detto - Per quanto riguarda il pareggio strutturale di bilancio, l'Italia è in linea, ma il paese dovrà essere all’altezza degli impegni assunti. Se sforasse di nuovo il tetto del 3% del deficit-pil, la Commissione europea dovrà riaprire la procedura per deficit disavanzo».

ITALIA COME LA FERRARI | Secondo il commissario europeo a ostacolare la crescita sono da una parte «i dati deludenti sul Pil, una disoccupazione troppo elevata e condizioni del credito ancora troppo rigide, soprattutto per le piccole e medie imprese», dall’altra «l’incertezza politica che frena gli investimenti». «Come la Ferrari – ha precisato - l’Italia incarna grande tradizione, stile e capacità tecnica, però per poter vincere bisogna avere un motore più competitivo ed essere sempre pronti a cambiare e ad adeguarsi».

PREOCCUPAZIONE PER ABOLIZIONE IMU | Il Vice Presidente della Commissione europea ha poi focalizzato l’attenzione sul provvedimento che maggiormente desta preoccupazioni: «L’abolizione dell’Imu - ha precisato – suscita perlessità, perché il governo dovrà trovare altre entrate per compensare il mancato gettito. la Commissione europea indica chiaramente di spostare il carico fiscale dalla produzione ai patrimoni e ai consumi». «Sarà nostro dovere – ha continuato Rehn - verificare la service tax e chiedere correzioni quando gli Stati membri dell’Unione prendono decisioni non coerenti con gli impegni assunti a Bruxelles». Nel corso del colloquio con Saccomanni è apparso sempre più evidente la difficoltà di evitare l'aumento dell'aliquota Iva dal 21 al 22% ad ottobre. Per rinviare l'aumento di tre mesi delle liquote fiscali da ottobre a gennaio 2014, servirebbe un miliardo che il paese non ha.

PREMATURO DICHIARARE LA FINE DELLA CRISI | Il commissario Ue si è detto comunque «fiducioso che il governo terrà presente queste priorità in autunno nella legge di bilancio, poi Commissione e Ecofin valuteranno». Ma poi ha concluso: «Dichiarare che la crisi è finita sarebbe prematuro».

FACILITARE L’ACCESSO AL CREDITO | Sempre nel corso dell’incontro si è parlato dell'iniziativa europea di cui si discute attualmente per facilitare l’accesso al credito delle piccole e medie imprese e per il quale ci si aspetta una decisione ambiziosa dal Consiglio Europeo di ottobre.

Mercoledì 18 settembre 2013

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