di Antonio Rossello, con un’illustrazione di Igor Belansky
«Wer gross denkt, muss gross irren», così un grande filosofo tedesco, Martin Heidegger, seppur alcuni dubitino che abbia mai pronunciato o scritto una simile espressione. La frase può comunque così tradursi e completarsi, quale che sia la sua autenticità: «Chi pensa in grande, deve per forza (ma andrebbe bene lo stesso qui mettere soltanto «puó») errare in grande». Il senso dell’immagine di Igor Belansky.
Un mancato riconoscimento di una siffatta possibilità segna quindi il limite, anzi la strutturale ignoranza, da parte di chi si accinga a pensare di grandi questioni. Questa è certo una considerazione molto importante quando si tratta di geopolitica, di fatti legati alla storia della guerra e della pace.
Aldilà di magniloquenze e panegirici, potranno dunque certi «don Chisciotte», sedicenti o presunti esperti in varie discipline, comprendere il mondo e forse fattivamente prodigarsi per un suo miglioramento?
Chissà! però costoro, prima di caricare i mulini a vento, non dovrebbero forse purgare il gigante che è in loro da alcune concrezioni che funestano la natura stessa della conoscenza umana?
Vediamole ad una ad una: spesso non ci sono fatti, ma solo interpretazioni; talora non conosciamo altro che la nostra interpretazione di ciò che è già noto; e tutto ciò che esiste è stato prima o poi interpretato da qualcun altro.
Tale è il senso dell’illustrazione di Igor Belansky, ma anche delle idee, note per la loro vasta influenza e ampia accettazione, di Hans-Georg Gadamer, altro filosofo tedesco del XX secolo, allievo di Heidegger.
Gadamer, infatti, sostiene che le interpretazioni sono risultato di pregiudizi, dovuti ad atteggiamenti prevenuti. Questi atteggiamenti sono poi basati su ricordi e credenze precedenti. Nel suo libro «Verità e metodo», pubblicato nel 1960, cerca di esaminare la natura della comprensione in termini filosofici, spiegando il significato della verità alla luce dell’ermeneutica.
Stante l’intenzione di spiegare la natura della conoscenza in senso oggettivo e storico e di esaminare la funzione del linguaggio nella comprensione e nella comunicazione, l’opera di Gadamer presenta una prospettiva molto significativa anche per la comprensione dell’esistenza umana nel presente e nel futuro.
Martedì 19 aprile 2022
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