Via le ormai inutili contrapposizioni anche in occasione del 25 aprile

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La situazione attuale ci impone una vera pacificazione nazionale

Via le ormai inutili contrapposizioni
anche in occasione del 25 aprile

Quali sono i veri interessi in gioco? Si fa a volte fatica a capire singoli e organizzazioni che, con una litania stanca, si arroccano ancora su vecchi schemi del passato

di Antonio Rossello

25 aprile 2020
25 aprile 2020

Quali sono i veri interessi in gioco? Si fa a volte fatica a capire singoli e organizzazioni che, con una litania un pò stanca, si arroccano ancora su vecchi schemi del passato. Sentono l’urgenza di esserci ancora a tutti i costi, quasi reputandosi unici veri depositari di legittime rappresentanze, ma è veramente così? Si verifica talora nella ricorrenza di celebrazioni – sì piene di significato, all’epoca gremite di eroi e caduti, di vittime e carnefici, di efferatezze -ma che l’estinzione di fatto della generazione dei protagonisti e dei testimoni diretti rende spesso assai lontane dall’interesse della popolazione. Ricordi sbiaditi. Memorie che, per essere rivivificate, dovrebbero forse essere ripensate nell’accezione di un vero spirito unitario nazionale. Una considerazione che rischia di essere ancora più pregnante nella drammaticità della situazione attuale. Da qualche mese, ossia da quando le corsie delle rianimazioni e di alcuni reparti di terapia intensiva, sub intensiva e di malattie infettive, si sono affollati di pazienti affetti da coronavirus. Da quando è evidente l’operato di medici ed infermieri per salvare la vita alla gente, con sacrificio e abnegazione. Da quando si assiste ad un’aggiornamento quotidiano dei medici e sanitari morti per Covid, è comparsa una nuova categoria di eroi, quella sanitaria. E così ci sono nuovi caduti: chi, sanitario o meno, è stato sopraffatto dalla terribile malattia. E così una categoria, i medici e gli infermieri, indispensabile al funzionamento della sanità (sebbene ci siano alcuni che abbiano in passato ritenuto il contrario), a volte bistrattata, ignorata, umiliata, sfruttata, malpagata, denunciata, è diventata una categoria di eroi! Pertanto, durante questa pandemia, si organizzano flash mob dai balconi per sostenere i nuovi valorosi. Il presidente della Repubblica elogia per televisione medici ed infermieri per quello che fanno. Il Papa li ha ringraziati ed ha pregato per loro. Ai telegiornali vengono quotidianamente trasmesse scene di operatori sanitari che, in tutto il territorio nazionale e nel mondo, in particolare nelle aree più colpite, assistono centinaia, migliaia, di pazienti critici. Immagini macabre di fosse comuni e di colonne di camion militari che trasportano bare. Un’emergenza sanitaria planetaria di un effetto tale che al suo termine certamente ogni paese avrà nuove vittime da commemorare e nuovi eroi da celebrare. Con il quasi sicuro effetto di far cadere nel dimenticatoio, nell’ipotesi peggiore, o di far diventare storia da cui imparare criticamente, nell’ipotesi migliore, episodi importanti appartenenti al passato. È successo anche per il 4 novembre, il Risorgimento e a ritroso per fatti, anche tragici, che hanno segnato i secoli precedenti. Interesse limitato di ricercatori e cultori. Oggetto di studio non sempre appassionato nelle scuole. Occasione per cerimonie ufficiali, via via sempre più vuote, partecipate sempre meno, fino ad un fisiologico esaurimento, per lo più da attempati nostalgici e annoiate autorità. Tanta la retorica. Poca e distratta la gente. Rari i giovani. Il tiepido patriottismo degli Italiani, che riaffiora per lo più in fasi topiche o quando gioca la nazionale di calcio, non può certo aiutare molto in tal senso. Ci conviene, quindi, restare nell’attualità, invocando finalmente una nuova coesione civile, un afflato di solidarietà, che seppellisca definitivamente contrapposizioni ideologiche vetuste ed utili soltanto ad alimentare pulsioni divisive in una popolazione in questo momento già troppo tormentata e confusa, attanagliata da preoccupazioni di ordine economico e sanitario, bisognosa di serenità e normalità. Questa potrebbe essere la vera ricostruzione nazionale, ciò che compiutamente il nostro popolo non ha conseguito al termine dei due conflitti mondiali del secolo scorso.

Giovedì 23 aprile 2020

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