di Fabio Strinati
Il muso dei morti la terra fradicia
lo sguardo umido tra i canneti,
le scarpe rotte piene di passi e di orme;
negli occhi, la storia (da vecchiaia usata):
notte vessata dai ricordi di un sonno
vago e malato, la stoffa bucata
una pezza da piedi la vita.
*
La pioggia scioglie i nodi
inondano le vie
lacrime amare nel grigiore
d’una vita usurata
dal momento. Occhi appannati
scrutano nel vuoto; ogni granello
di polvere (là fuori), nato dal silenzio,
nel torpore d’un attimo consumato
dal tempo; agli innamorati,
rimangono lamenti e stagioni passeggere.
*
Adagiarsi sopra un letto
rivestito di foglie
d’alberi d’inverno;
ricoperto da un vestito
di neve, il tuo sguardo
appeso al ramo
nel silenzio immortale.
Lunedì 24 febbraio 2020
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