Verità sull'export italiano di armi in Siria

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Verità sull'export italiano di armi in Siria

I vari capi degli stati europei fingono indignazione ed invocano embarghi e sanzioni nei confrondi della Turchia, ma nel frattempo da Berlino, Parigi, Stoccolma, Amsterdam e Roma continuano ad arrivare in Turchia bombe, siluri, missili ed aerei

di Francesca Camponero

La vendita delle armi da parte dei paesi europei in Turchia
La vendita delle armi da parte dei paesi europei in Turchia

La guerra in Medio Oriente avvampa da decenni, purtroppo quello è terreno di una lotta feroce ed incessante nel confronto di grandi e medie potenze. In quest'ultimo periodo si è aperto un nuovo capitolo in quello scenario all'interno di un teatro insanguinato. Nuovi massacri si stanno consumando in Siria in cui la Turchia di Erdogan ha mano libera nel lanciare l'offensiva con un'operazione che ha un titolo che suona beffardo in quanto "Primavera di pace" dovrebbe avere ben altro signifcicato che il massacro di centinaia e centinaia di persone compresi civili e bambini.

Ebbene in questo scenario di orrore cosa fa l'Europa? Dimostra la sua mostruosa ipocrisia. I vari capi degli stati europei fingono indignazione ed invocano embarghi e sanzioni nei confrondi della Turchia, ma nel frattempo da Berlino, Parigi, Stoccolma, Amsterdam e Roma continuano ad arrivare all'alleato turco bombe, siluri, missili ed aerei per centinaia e centinaia di milioni di euro.

Vogliamo dire la verità sull'export italiano di armi in Turchia? questi i dati: 360 milioni di euro sono l'ammontare delle vendite di armi autorizzate nel 2018: Negli ultimi 4 anni l'Italia ha autorizzato vendite di armi alla Turchia per 890 milioni di euro e consegnato materiale di armamento per 463 milioni di euro.

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte dice in un convegno: "Il blocco dell'export di armi verso la Turchia è una iniziativa doverosa. Noi vogliamo essere capofila di tutti i paesi impegnati a evitare questa guerra. Chiamerò personalmente Erdogan".

Al momento però Erdogan sembra poco scosso dalla strategia messa in atto, ed è piuttosto chiaro il perchè. Malgrado le "buone" intenzioni del nostro premier al momento nessun annullamento riguardo tutti gli ordinativi di armi commissionati dalla Turchia gli anni scorsi, la perdita economica per il nostro paese sarebbe troppo gravosa. 

Domenica 20 ottobre 2019

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