di Silvia Tozzi
VENEZIA | Il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni è stato posto ai domiciliari per i fondi neri accumulati nella costruzione del sistema Mose per la difesa della città lagunare dalle acque alte, con lui anche l’assessore regionale Renato Chisso e altre 33 persone, tra cui due ex presidenti del magistrato alle Acque della città lagunare. Ci sarebbe anche una richiesta di arresto per Giarcarlo Galan, ex governatore del Veneto ed ex ministro con Berlusconi e ora deputato(e non senatore come scritto precedentemente).
CORRUZIONE | Le ipotesi di reato a vario titolo sono corruzione, concussione, riciclaggio. I fondi neri del Mose «sono stati utilizzati per campagne elettorali e, in parte, anche per uso personale da parte di alcuni esponenti politici. Hanno ricevuto elargizioni illegali persone di entrambi gli schieramenti», ha detto il procuratore aggiunto di Venezia Carlo Nordio. Il sistema era quello delle triangolazioni di denaro attraverso false fatture maggiorate per un totale accertato di 25 milioni di euro.
BRETAN | L'inchiesta sul Mose ha preso avvio da un filone dell’indagine per presunte mazzette relative ad opere autostradali lungo la A4 riguardanti una società presieduta da Lino Brentan. Brentan è anche tra gli arrestati per la nuova indagine della Procura di Venezia. Da quel filone la Guardia di Finanza, coordinata dalla Procura di Venezia, è giunta ai presunti fondi neri creati da Piergiorgio Baita, all’epoca dei fatti ai vertici della Mantovani, la società leader nella realizzazione del Mose e all’interno del concessionario unico Consorzio Venezia Nuova (Cav). Gli inquirenti sono riusciti poi a risalire agli allora vertici della Cav, con l’arresto (ai domiciliari) del presidente Giovanni Mazzacurati e di altre persone.
Mercoledì 4 giugno 2014
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