Valanga sull'Himalaya nepalese: morto un alpinista italiano, altri 2 connazionali dispersi

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tragedia in nepal, sulle vette più alte dell'himalaya. la causa è il maltempo

Valanga sull'Himalaya nepalese: morto un
alpinista italiano, altri 2 connazionali dispersi

Sono Stefano Farronato e Alessandro Caputo, sorpresi dal passaggio del ciclone Montha, mentre stavano tentando di scalare il Panbari, alto 6.887 metri, nel Nepal occidentale

Redazione Online

Stefano Farronato e Alessandro Caputo
Stefano Farronato e Alessandro Caputo

Le montagne del Nepal sono state teatro di una duplice e drammatica crisi che ha coinvolto la comunità alpinistica italiana e internazionale. Due incidenti distinti, a centinaia di chilometri di distanza, hanno portato alla morte accertata di un alpinista italiano e alla scomparsa di altri due connazionali, mentre i soccorsi in condizioni estreme continuano incessantemente.

La valanga fatale nella valle del Rolwaling: sette vittime al campo base dello Yalung Ri

Un tragico evento si è consumato nella remota valle del Rolwaling, nel distretto di Dolakha, dove un’imponente valanga si è abbattuta sul campo base della vetta dello Yalung Ri (5.630 metri). La catastrofe ha causato la morte di un alpinista italiano e di altre sei persone di nazionalità diverse, oltre a provocare il ferimento di quattro individui.

Secondo quanto riportato dal quotidiano nepalese Kathmandu Post, il bilancio complessivo delle vittime ammonta a sette persone: oltre all'alpinista italiano (di cui non sono state ancora rese note le generalità), hanno perso la vita tre cittadini statunitensi, un canadese e due cittadini nepalesi. Il vice sovrintendente di polizia Gyan Kumar Mahato dell'ufficio di polizia distrettuale di Dolakha ha confermato che la valanga ha colpito il campo base mentre la squadra, composta da alpinisti stranieri e nepalesi con le loro guide locali, era impegnata nelle preparazioni per la successiva scalata del Dolma Khang (6.332 metri), una cima tecnicamente più impegnativa.

Le operazioni di soccorso sono state attivate con immediatezza, ma hanno subito significativi ritardi a causa di molteplici fattori. Inizialmente, le restrizioni di volo imposte nella regione del Rolwaling – che richiedono un’autorizzazione amministrativa speciale per i movimenti degli elicotteri – hanno ostacolato l'intervento aereo. Successivamente, anche dopo l'ottenimento dei permessi necessari, il perdurare di avverse condizioni meteorologiche ha causato ulteriori interruzioni. Le autorità hanno dichiarato che le ricerche sul sito sono state interrotte dopo il tramonto e riprenderanno con la luce del giorno.

La spedizione Panbari Q7 e la scomparsa di Farronato e Caputo

Parallelamente, ma in un’area differente dell'Himalaya, proseguono con grande apprensione le ricerche di due alpinisti italiani, Stefano Farronato (originario di Bassano del Grappa) e Alessandro Caputo (di Milano), dispersi da giorni durante il tentativo di scalata del Monte Panbari (6.887 metri). Il Dipartimento del Turismo nepalese ha comunicato che i due non danno più notizie di sé da sabato, o persino da venerdì, dopo essere stati sorpresi da una violenta ondata di maltempo al Campo 1, situato a circa 5.000 metri di quota.

Il peggioramento delle condizioni atmosferiche è strettamente collegato al passaggio del Ciclone Montha, un sistema di bassa pressione formatosi nel Golfo del Bengala, che ha portato precipitazioni eccezionali sotto forma di forti piogge e abbondanti nevicate su gran parte del Nepal, bloccando centinaia di escursionisti in diverse aree. Il presidente della Nepal Trekking Agencies Association, Sagar Pandey, ha stimato che più di mille persone sono state soccorse a partire dai giorni precedenti l'incidente.

La fortuna tragica di Valter Perlino: un malore salva il capo spedizione

La spedizione al Monte Panbari, denominata "Panbari Q7" con l'obiettivo di una scalata in stile alpino, in autonomia e con gli sci, era guidata da Valter Perlino, alpinista di Pinerolo classe 1961. Proprio un malore, accusato un paio di giorni prima, ha con ogni probabilità salvato la vita del capo spedizione. Perlino, infatti, ha dovuto rinunciare all'attacco alla vetta previsto per sabato assieme ai compagni Farronato e Caputo a causa delle sue non buone condizioni di salute, rimanendo bloccato al campo base.

È stato proprio Perlino a lanciare l'allarme per i due compagni, i quali sono stati sorpresi dalle nevicate e dal maltempo al Campo 1. Recuperato in elicottero dalle autorità nepalesi la domenica successiva, Perlino, veterinario e alpinista per passione, è una figura di spicco dell'alpinismo italiano con un lungo curriculum di esplorazioni e scalate di rilievo, tra cui l'Everest in solitaria e il Denali in Alaska. La sua esperienza si estende anche a eventi drammatici precedenti; dieci anni fa, nel 2015, si trovava illeso al campo base avanzato dello Shisha Pagma durante il devastante terremoto di magnitudo 8.1 che sconvolse il Paese.

Impegno istituzionale e proseguimento delle ricerche

Le ricerche di Stefano Farronato e Alessandro Caputo, nonostante i miglioramenti meteorologici che hanno favorito i voli in elicottero, restano estremamente complesse. La scarsa visibilità in quota e le difficili condizioni ambientali continuano a ostacolare le operazioni di soccorso, che la Farnesina ha assicurato essere attivate immediatamente e proseguire incessantemente.

Il Consolato generale onorario a Kathmandu, in stretto raccordo con l'Ambasciata d'Italia a Delhi e con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, sta seguendo direttamente l’evoluzione della situazione, mantenendo un costante e diretto contatto con le famiglie dei connazionali dispersi.

I recenti eventi si inseriscono in un periodo particolarmente rischioso per le spedizioni himalayane: il Nepal, che ospita otto delle dieci vette più alte del mondo, registra ogni anno centinaia di alpinisti, ma le stagioni di transizione come l’autunno e la primavera sono considerate ad alto rischio a causa del repentino cambio delle condizioni climatiche. Negli ultimi giorni, prima delle tragedie che hanno coinvolto gli italiani, si sono già contate altre vittime internazionali, tra cui un cittadino francese, uno sudcoreano e un australiano, a testimonianza dell'estrema imprevedibilità e pericolosità degli 8000.

Lunedì 3 novembre 2025

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