di Sergio Bevilacqua e Diletto Sapori
È certo che ogni provincia (ma forse ogni città e paese) d'Italia porti con sé una cultura e civiltà speciale e che, anche tra questi, Ferrara e il ferrarese spicchi per storia, tradizione e originalità…
Molto retroterra è dovuto alle magistralità espresse per diversi secoli dalla corte estense, ove la ricerca di gusto e piaceri toccò nel XV e XVI secolo vertici assoluti. Grazie agli Estensi, le ricchezze di questa terra furono convertite a forme di fascinazione e edonismo rari anche nell'Italia rinascimentale del nordest, ove la megalopoli veneziana brillava e Mantova rappresentava un esempio di dolcevita di corte.
Tra le forme di questa opulenza e raffinatezza, tutto il territorio ferrarese (ed estense in generale) trovava espressione. E così la città, la campagna, i vari centri diffusi tutt'intorno a Ferrara, ancor'oggi contribuiscono con le loro particolarità economiche, culturali e gastronomiche a rendere originale questo territorio e il suo popolo.
Sul piano gastronomico in particolare, così rilevante ed emblematico, il Ferrara Food Festival propone molte suggestioni, miscelate e seminascoste da varie modernità e mode. S'incontra, immersa nella diffusa ed estesa produzione tipica emiliana e padana, la cifra ferrarese, fatta di uno stile e di alcuni capisaldi, come la salama da sugo. Lo stile è riconoscibile per il fatto di essere una terra emiliana il cui appennino è il mare, e ad esso ci si avvicina percorrendo tantissima campagna con Portomaggiore, Copparo, Ostellato, Argenta che insieme costituiscono un mondo, una dimensione quasi insulare. L'attrazione fatale dell'onda adriatica tramuta, poi, la campagna in laguna, ed ecco Comacchio, e le paludi che segnano il confine sud, mentre poco più a nord un altro ibrido idraulico marca ancora un confine: il grande versante sud del delta del Po con i boschi della Mesola, terra di antico altolà antropico... E c'è Venezia, oltre, attenzione, anche se attenuata da Chioggia!
Mentre a est, dunque, delfini e flotta veneziana indicano un altro mondo, a ovest la civiltà ferrarese si guadagna l'emilianità con il lascito imperiale di Modena, che resterà agli Estensi anche quando il Papa volterà la faccia ai signori di Ferrara, riprendendosela.
E dunque?
Ecco cosa abbiamo trovato tra i numerosi stand sparsi nel centro storico: Piazza Trento Trieste offre il meglio della produzione tipica ferrarese, le affascinanti piazze Castello e Savonarola accolgono alcune delle migliori proposte tipiche nazionali e c’è anche un'area eventi in Piazza Municipale, che ospita show cooking con chef locali e nazionali, disfide gastronomiche, degustazioni guidate e masterclass. Insomma, ospiti d’altrove, eventi a contenuto culinario e una vasta gamma di specialità distintive della civiltà ferrarese famose presso i gourmet.
Vediamo ora ciò che si cerca andando al Ferrara Food Festival, cioè le sue particolarità gastronomiche e non tanto eventi già televisivi o sempre presenti nelle varie fiere del gusto così diffuse in Italia in questo periodo in particolare. Propongo di seguito una distinta non esaustiva dei prodotti, dovuta alla generosità colloquiale degli espositori, che è caratteristica anch’essa civilissima quanto la buona cucina.
E poi, le perle di città:
Poi, a ricordare le antiche terre estensi dei due lasciti (Ferrara dal Papa e Modena dall’Imperatore),
Ma c’è anche chi ha “ferrarizzato” prodotti del gusto comune a tutte le civiltà, ad esempio il piccante, tramite…
10. Il peperoncino, dovuto alla passione globale di Alessandro Montanari, un operatore macro artigianale che non si è dato limiti provinciali, ma ha portato il suo prodotto a una consapevolezza globale, facendo attecchire nel ferrarese peperoncini dal Sudamerica e dall’Asia, per poi produrre ricette in barattolo di oculata attenzione alla particolarità dei peperoncini d’origine, con il suo marchio “Il Piccante di Argenta”.
Occorre, poi, fare una considerazione profonda. Mentre scorre l'equilibrata festa della gastronomia, Ferrara non si ferma all’arte del gusto e lancia una bellissima mostra di Marc Chagall con decine di olii a Palazzo dei Diamanti. Poi, alle porte dell’area del Ferrara Food Festival, il familiare e bel Teatro Comunale, esibisce la grande compagnia di danza Ater Balletto, creatura del mio storico amico Amedeo Amodio, con un piccolo capolavoro che celebra e decodifica il genio musicale di Ennio Morricone usando il linguaggio della danza.
Meraviglia, maraviglia, meraviglia! E cito solo le iniziative più appariscenti… Ma a Ferrara in questo autunno, e inverno che si affaccia, trovate anche altre occasioni straordinarie di arte, cultura e curiosità, sia al Castello Estense (con il pittore ferrarese Goberti, testimone dell’arte del dopoguerra) che in altri storici palazzi e luoghi diversi. Incluso, con la mostra del valido scultore ferrarese Bonora con la curatela di Pietro Di Natale, che lavora sul senso di questo intrigante e bellissimo luogo, l’apotropaico palazzo Schifanoia.
Schifanoia, ecco, e sembra un caso! Invece sottolinea come a Ferrara la noia possa non esistere.
Domenica 2 novembre 2025
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