di Silvia Tozzi
SALBERTRAND (VALSUSA) | Nella notte, tre betoniere della Imprebeton, una delle aziende impegnate nei lavori della Torino-Lione, sono state date alle fiamme. Si trovavano nella sede dell'azienda a Salbertrand, e il fuoco si è esteso alla vicina officina. Il vicepresidente della Commissione Trasporti del Senato Stefano Esposito ha denunciato che i mezzi erano prossimi a una cisterna di gasolio, e che quindi il rischio corso è stato alto. Esposito è arrivato a definire mafiosi i No Tav e a consigliare: «Non resta che applicare le leggi previste per la mafia».
LA VISITA DEL MINISTRO LUPI | L'episodio è avvenuto all'indomani della visita del Ministro delle infrastrutture Maurizio Lupi a Torino. Lupi, che aveva incontrato una delegazione di imprenditori della valle preoccupati per il succedersi di atti di sabotaggio contro le ditte che lavorano nei cantieri dell'Alta Velocità, era intervenuto riguardo gli atti incendiari che hanno già colpito le ditte impegnate nella costruzione della Tav. A suo dire, questi gesti sono «l'ennesimo segno di sconfitta dei No Tav: ai delinquenti risponderemo con le armi della giustizia e con la politica del fare. Facendo Tav e proteggendo chi ci lavora». «Siamo di fronte ad una situazione nuova e preoccupante e il dovere del governo è quello di passare dalle parole ai fatti - ha continuato Lupi - Lo Stato vuole essere al loro fianco perché non possono ritirarsi».
IL PARERE DEL VICEMINISTRO FASSINA | Stefano Fassina, viceministro dell'Economia e delle Finanze, ha convenuto: «Siamo di fronte a una sfida allo Stato. Il governo deve agire con la massima determinazione per ripristinare il primato della legge e l'agibilità economica del territorio. Mettiamo in campo e rendere operative tutte le misure necessarie per una svolta definitiva che consenta la prosecuzione ordinata del progetto».
L'INTERVENTO SULL'AUTOSTRADA DEL FREJUS | Per precauzione, le auto che percorrono la A32 e sono dirette a Torino sono fatte uscire dall'autostrada al casello di Oulx Ovest per rientrare a quello di Susa. Chiuso quindi il tratto di autostrada tra Bardonecchia e Torino.
L'APPOGGIO DI ERRI DE LUCA | Ora si sa che tra i sabotatori del cantiere Tav in Val di Susa c'è anche lo scrittore Erri De Luca, che lo ha raccontato a La Repubblica e che ora rischierebbe una denuncia da parte di Ltf, l’azienda che gestisce il cantiere Tav, che lo reputerebbe responsabile di aver incitato ai sabotaggi.De Luca aveva detto: « Anch’io ho partecipato a forme di sabotaggio in Val di Susa. Ho partecipato ai blocchi dell’autostrada insieme a maestri elementari, vigili urbani, madri di famiglia. Il blocco stradale è certamente un atto di ostruzionismo, una forma di sabotaggio alla libera circolazione». La scelta, per lui, sarebbe obbligata perché - ha detto - in Val di Susa, secondo lo scrittore, «le parole non bastano: nei regimi dittatoriali dove la parola è impedita, lì una piccola voce pubblica può essere decisiva. Penso alla metafora del ciabattino. Che cosa può fare un ciabattino che sa fare bene le scarpe? Può impegnarsi, al di là del suo lavoro, per far sì che tutti possano avere scarpe. Ecco, l’impegno e la responsabilità dell’intellettuale è simile: occuparsi della libertà di parola per tutti».
L'INTERVENTO DELL'ATTORE ASCANIO CELESTINI | Per l'attore Ascanio Celestini, non esiste terrorismo (paventato dal procuratore capo di Torino Giancarlo Caselli), né tantomeno mafia. Ha spiegato che i valsusini sabotano le reti usando le cesoie, e li ha paragonati a Rosa Parks, la donna nera che osò sedersi sull'autobus destinato ai bianchi. «Mentre dall'altra parte c'è un esercito che per fortuna non ha ancora sparato». ha anche ricordato come i due attivisti recentemente arrestati in auto (piccola, una Yaris) avevano del semplice materiale da ferramenta. Riguardo agli incidenti al cantiere, non c'è confronto tra il danno causato a un capannone e il danno di una montagna distrutta. Il vero pericolo in quella valle sono lo Stato e le aziende che tentano di entrare nel gigantesco affare. Chi taglia una rete con delle cesoie sa benissimo che sta infrangendo le regole ma non per questo possiamo dire che quelle regole siano giuste. Le aziende hanno una assicurazione e comunque io verificherei su quello che è realmente accaduto. Non darei per scontato nulla. E inviterei a soppesare il danno a un capannone dato alle fiamme confrontandolo con il danno provocato da una intera montagna distrutta. Purtroppo qualsiasi cosa accada in Val di Susa immediatamente si pensa a pericolosi terroristi infiltrati. Rosa Parks decise di prendere un posto dell'autobus nonostante non fosse destinato a una donna nera come lei, l'autista la denunciò e la polizia la arrestò: oggi però nessuno sosterrebbe le ragioni di quell'autista e di quegli agenti».
Martedì 10 settembre 2013
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