Usa e Gran Bretagna pronti a linea dura. Il ministro Bonino frena sull'azione Onu

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Usa e Gran Bretagna pronti a linea dura
Il ministro Bonino frena sull'azione Onu

Ban Ki-Moon: «Più tempo per ispettori, almeno 4 giorni per indagini»

Redazione Online

Guerra in Siria
Guerra in Siria

WASHINGTON | Dopo la fuga di notizie di ieri su un attacco lampo in Siria a partire da giovedì, la stampa americana riporta nuovi dettagli sull’intervento. Se Barack Obama darà il via alla rappresaglia contro il regime di Bashar Assad, si agirà tra la notte tra giovedì e venerdì. L’operazione sarà limitata a due, tre giorni di attacchi e sarà concentrata contro precisi obiettivi militari. Nonostante le indiscrezioni dei media e le rassicurazioni dal fronte della Difesa americana sull’essere pronti ad agire, è probabile che l’azione sia rinviata.

L’INDAGINE DEGLI ISPETTORI ONU | Gli ispettori delle Nazioni Unite sono ancora in Siria. Ieri, dopo l’attacco al convoglio da parte dei cecchini ci sono stati ritardi nei sopralluoghi. Solo oggi i funzionari hanno terminato un secondo controllo alla ricerca di prove nella zona di Damasco dove è avvenuto il presunto attacco con gas letali. Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha detto che «la squadra ha bisogno di quattro giorni per terminare la propria indagine e di tempo per analizzare le prove».

IL RAPPORTO DELL’INTELLIGENCE AMERICANA | Sulla tempistica dell’attacco dovrebbe incidere oltre al rapporto degli ispettori anche quello dell’intelligence americana che sarà reso noto domani. Secondo una rivista americana, le prove della responsabilità di Assad sono raccolte in conversazioni telefoniche intercettate tra funzionari della difesa siriana e l'unità militare responsabile dell'uso di armi chimiche. Sicuramente già da stasera, nel corso dell’atteso l'intervento di Barack Obama alla nazione, sulla Pbs, si saprà qualcosa in più sulla situazione siriana.

LA SPACCATURA NEL CONSIGLIO DI SICUREZZA | Intanto a margine della riunione del Consiglio nord atlantico il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, ha condannato ogni utilizzo di armi chimiche, assicurando che questo crimine non può restare senza una risposta. La Nato «considera l'uso di armi chimiche come una minaccia alla pace e la sicurezza internazionale. Continueremo a consultarci e a mantenere sotto stretto controllo la situazione in Siria». Ma l'eventualità di un intervento militare nel Paese ha già creato fronti contrapposti. Mosca, alleato di lungo corso di Assad e suo principale fornitore d'armi, e Pechino sono contrari all'intervento militare, mentre si sono schierati a favore di attacco Gran Bretagna, Francia, Germania, Israele, Turchia e perfino dalla Lega Araba. Il ministro degli Esteri italiano, Emma Bonino, ha detto stamani che qualora vi fosse il mandato dell'Onu a un attacco la partecipazione italiana non sarebbe automatica, ma «in uno scenario di legalità internazionale si aprirebbe un serio dibattito in Parlamento».

LA MINACCIA DI DAMASCO | E Damasco minaccia: «I terroristi colpiranno in Europa con i gas». Secondo il viceministro degli Esteri siriano Faisal Maqdad: «Usa, Gran Bretagna a Francia hanno aiutato i terroristi che usano armi chimiche in Siria, e gli stessi gruppi presto potrebbero colpire l'Europa».

Mercoledì 28 agosto 2013

© Riproduzione riservata

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