di Antonio Rossello
Terza dose, Green Pass rafforzato, vaccinazione dei bambini e quant’altro: nessun segnale di miglioramento con il Natale alle porte in questa pandemia, che imperversa da quasi due anni e ci ha stravolto le vite, rendendole insicure, addirittura vuote. Natale di indifferenza, spesso ci dimentichiamo l'importanza delle piccole cose quali la cura degli affetti, l'amore e la bontà verso di noi e verso gli altri? Un Natale sospeso tra solidarietà e consumismo, mentre rischiamo di non vedere benefici sui numeri Covid. I dati non mostrano accenno di decrescita della velocità con cui avanza il virus.
Borse in picchiata, Natale in perdita. Natale di paura, le nuove mutazioni del virus continuano a intimorire. Spaventa la possibilità di ulteriori lockdown. Sembrava aver rallentato il ritmo, ma negli ultimissimi giorni l’Rt ha ripreso a salire, con un andamento che fa pensare a una progressiva e ulteriore crescita. La variante Omicron si diffonderà rapidamente in Italia, in base ai rilevamenti dell’Iss, ossia sulla periodica flash survey che aggiorna sulla presenza delle varianti del Covid-19 nel nostro Paese. Peraltro, il virus avanza in un percorso che segue l'alfabeto greco e le nostre difese chimiche rispondono seguendo i numeri naturali. E in questo caso che cosa significa? Correre a vaccinarsi per la terza dose? Perché al di là di tutti regali che riceveremo, è questo che conta a Natale? Forse, perché non esiste un’emozione maggiore di sentire che la propria vita dipende totalmente da un’altra persona, che non bastiamo a noi stessi. Serve a salvare noi stessi, gli altri e la nostra socialità. Ad esempio, la possibilità di trascorrere insieme ancora natali sereni, spensierati come una volta. Naturalmente non ci riferiamo soltanto alla ricorrenza religiosa, né tantomeno alle figure di Babbo Natale e dell’albero e a tutto il loro corredo iconografico, c’è di più. Che sia Natale di Umanità per tutti! E non è scontato, con i numeri del contagio che salgono, e che continueranno a salire secondo le previsioni, i più autorevoli medici lanciano l’allarme e chiedono misure decise. Quando li avvertiamo, simili presagi si caricano improvvisamente di un significato drammatico, perché? Ci dobbiamo affrettare. Sì, perché tra le tante cose che diamo per scontate, e che la crisi climatica, politica, economica, sanitaria…(globale?) sta mettendo a repentaglio, ci sono alcuni elementi imprescindibili per poter continuare a dare al Natale questo nome. Certamente, la morale trasmessa da Charles Dickens con il suo celebre racconto, Canto di Natale, non è fondamentale solo per il protagonista, Scrooge, ma anche per noi, che spesso ci dimentichiamo l'importanza delle piccole cose quali la cura degli affetti, l'amore e la bontà verso di noi e verso gli altri. Siamo consapevoli dell'impatto che il nostro comportamento, ha sui nostri risultati? Riflettiamo sul valore che vogliamo dare alle nostre azioni... , a parte amaramente constatare che tutto ciò piuttosto contrasta con l’immagine mentale che abbiamo sedimentato nei secoli e che ogni dicembre viene puntualmente utilizzata come scenografia di pubblicità, film e decorazioni cittadine. Né potrebbe essere diversamente dal momento in cui i sanitari bocciano l’idea di aumentare i posti in terapia intensiva, denunciando la carenza di personale in grado di gestire i possibili ricoveri futuri, essendo pronti a scioperare. Nell'allarme generalizzato che si è venuto a creare per le notizie non sempre complete apparse sui mass media, preoccupazione trapela anche dal governo. Il ministro Roberto Speranza, seppur constatando che l’Omicron non sia ancora così prevalente in Italia, ha confermato che ogni decisione sulle misure restrittive verrà presa a seconda dell’evoluzione del contagio da una cabina di regia a Palazzo Chigi presieduta dal premier Draghi e da un Consiglio dei ministri, entrambi previsti proprio oggi, all'antivigilia di Natale. Due le ipotesi al vaglio: la rapida avanzata potrebbe dipendere dal periodo natalizio, che comporta più uscite, incontri e assembramenti, oppure sono le avvisaglie di Omicron. A ore sapremo quale delle due ipotesi sarà più veritiera. Quale che sia la causa di questa avanzata, sta avendo conseguenze tali da superare i benefici prodotti dalle ultime misure. Sono stati appannati i miglioramenti attesi, comunque, se non avessimo adottato queste misure, saremmo messi ancora peggio. C’è da supporre che certe parole contengano un margine di cautela. Tutte le cose politiche, anche il fasciame di tutte le istituzioni, sono intrise di potere e il potere combacia con il calcolo di tutte le cose che si affermano. «Volere o volare» - orrendo modo di dire fondato sulla figura retorica della paronomasia, è la statistica, sì, la statistica, a farla da padrona a proposito di decisioni politiche ed economiche. Una pandemia è compatibile con determinati modelli matematici, perché il virus riassume la dinamica delle particelle nella fisica. Non a caso la pandemia non ce l’hanno raccontata solo i sanitari, gli epidemiologi o microbiologi, ma anche matematici e fisici che elaborano dati, che restano però molto spesso inspiegati. Sembra assurdo ma è vero! Come tanti calcoli di ambizione: accaparrare i primi posti, essere in vista, far carriera, resta una grande preoccupazione anche in questo brutto periodo. In questa logica, dopo questo Natale, se non riapprezzeremo le tombolate ed i mercanti in fiera, avremo la corsa al Quirinale che prenderà vita e l’avanzata in Europa della variante Omicron può complicare, e non poco, il percorso del presidente del Consiglio Mario Draghi verso la successione di Sergio Mattarella alla guida dello Stato. L’Economist ha già incoronato l’Italia Paese dell’anno, grazie alla sua, competente e rispettata, leadership. Quadrare è detto di conti o calcoli, essere esatti è una dote pure a Natale. Conta di più della cena con tanti dolciumi, della casa piena di buoni profumi e delle risate dei miei familiari, dei canti che salgono dagli altari. Non si riesce però a capire se in tutto questo vi sia ancora un barlume della buona umanità che ci hanno data in dono quando eravamo piccoli. Ce l’hanno data in regalo, in dote, ed era un regalo così bello che lo abbiamo nascosto, come fanno i cani con l’osso quando lo nascondono. Più preoccupati dei conti natalizi che dei canti natalizi, molti di noi l’hanno nascosto così bene che non sanno dove l’hanno messo, ma ce l’abbiamo. Comunque sia, molti tra Camera e Senato (e sono loro, e solo loro, a votare il Quirinale nel segreto delle urne) hanno chiesto, più o meno espressamente, a Draghi di restare, per gestire il pericolo che una ulteriore ondata può comportare non solo in termini di salute, ma anche per il trasporto e il consumo. Secondo i calcoli natalizi, c’è il timore concreto di un pantano politico. Chi terrebbe insieme la maggioranza dell’unità nazionale? Sarebbero messi a rischio anche i fondi del PNRR? Nella difficoltà generale tocchiamo con mano rabbia e smarrimento ed oggi, come sempre dopo ogni sconfitta dell’organizzazione collettiva, della nostra politica, la società nel suo insieme conosce un arresto in cui espone la propria fragilità. In essa si esprime il timore di perdere quello che si ritiene acquisito. La certezza del difficile presente aumenta il peso di ogni ipotesi del futuro. Ma insomma come faremo a resistere? Ma come fa a durare così? È un altro mistero e nessuno l’ha mai capito, perché la vita è molto più di quello che possiamo capire noi. Per questo occorre resistere, se la vita fosse solo quello che capiamo noi, sarebbe finita da tanto, tanto tempo. A maggior ragione oggi, nell'epoca dell'Information Technology, che siamo bombardati di notizie, ma ancora troppo pochi si chiedono come fa una notizia ad arrivare in redazione. Attraverso le fonti, che possono essere svariate: ad esempio, secondo il professor Matteo Bassetti, la variante Omicron non è nemmeno quella più pericolosa. Un problema potrebbero essere gli effetti ben più gravi da parte di varianti, non analizzate dagli scienziati, che sviluppatesi nell'est Europa, dove la situazione è fuori controllo. L'Unione europea non dovrebbe sottovalutare la situazione, intervenendo per fare qualcosa su quello che sta succedendo in Russia e nei Balcani. Se capiterà, c’è da supporre che sarà soltanto l’ennesimo tormentone, a seguito del quale non si potrà ricordare l’ordine dei fatti e capire niente di chi fa cosa, ma malgrado l’assurdità del tutto che fa disperare dell’umanità, si finisce di leggere o ascoltare notizie e vien voglia di vivere. Ancora vivere, avendo soltanto in mente un’immagine fatta di tetti innevati, abeti addobbati, mute da sci e panettoni in tavola. Un’immagine sempre più difficile da sovrapporre alla realtà delle cose. L'atmosfera conta a Natale più del conteggio delle varianti del Covid-19, le quali hanno ormai raggiunto la lettera Omicron, usata per contrassegnare la quindicesima posizione ordinale in qualsiasi elenco contrassegnato con alfabeto greco. Peraltro, la prossima variante sarà, se questo diabolico processo non si arresterà, pi greco, il quale oltre a essere una lettera è il simbolo della costante, a noi familiare dai tempi della scuola, ma qui si parla matematica, di cose che esulano dalle considerazioni di queste righe.
Giovedì 23 dicembre 2021
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