Ma attenzione, Papa Francesco ha anche invocato il popolo di credenti (e non) a non aver paura perché la paura rende fragili e disorienta. Ha passato in rassegna tutti coloro che in questo momento sono in primalinea per combattere il coronavirus, non dimenticando neppure i politici, che hanno la grande responsabilità di prendere le decisioni per tutti.
"Fitte tenebre si sono addensate sulle nostre piazze, strade e città, si sono impadronite delle nostre vite riempiendo tutto di un silenzio assordante e di un vuoto desolante" ha detto Francesco nella sua preghiera a Dio - "Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca e tutti chiamati a remare insieme".
"Svegliati Signore! La nostra fede è debole e siamo timorosi. Però Tu, Signore, non lasciarci in balia della tempesta".
Parole forti pronunciate da un uomo che sembrava provato da questa responsabilità che gli ha dettato un passo mai osato nella storia della Chiesa.
Ma viene da chiedersi il perché il Papa abbia sentito l'urgenza di intercedere con Dio prima di aspettare la fine della Quaresima. Non crediamo certo che abbia dimenticato che la Quaresima è quel periodo liturgico di 40 giorni durante il quale i fedeli si avvicinano alla Santa Pasqua, l'importantissima solennità cristiana in cui si celebrano la Resurrezione di Gesù Cristo ed il riscatto dei peccati dell'umanità.
La Risurrezione di Cristo che quest'anno arriva il 12 aprile, non sarebbe bastata secondo lui a dare speranza a tutti?
Questo ci porta ad un pensiero solo: che neanche Papa Francesco consideri che gli uomini, il suo gregge cristiano, i suoi fedeli, siano più in grado di sopportare sacrifici per poco più di un mese. Questa sì che è cosa grave. L'uomo è troppo viziato per resistere a qualunque prova. Ma ci ricordiamo cosa sono stati l'Olocausto, l'epidemia di spagnola, le bombe di Hiroshima e Nagasaki?
Neanche in quei casi il Papa aveva invocato in maniera straordinaria l'intervento di Dio rivolgendo la benedizione Urbi et Orbi con l'indulgenza plenaria, ed allora non possiamo che arrivare ad una conclusione: che oggigiorno "non c'è più religione" davvero. Il famoso detto nato per deplorare scherzosamente la decadenza dei tempi moderni, la perdita di ogni rispetto dei valori umani e spirituali mai come adesso è vergognosamente attuale.