di Giovanni Lazzaretti
Un tempo c’era la sfida dura e chiara tra le visioni del mondo. Oggi, con Emma Bonino che parla in chiesa, con Carola che viene paragonata ad Antigone, con Antigone assimilata a Beppino Englaro, fatichi anche a capire chi sono i contendenti, essendosi perso completamente l’uso della logica.
Uno schemino può essere utile. Le visioni del mondo che si fronteggiano sono “quelli della legge naturale universale” e “quelli dell’autodeterminazione”. I primi sono minoranza e perdenti, i secondi sono maggioranza e vincenti. Ma essere maggioranza non significa essere nella verità.
Legge naturale universale
La legge naturale universale, iscritta dal Creatore nel cuore di ogni uomo, consiste in una partecipazione alla sapienza e alla bontà di Dio ed esprime il senso morale originario, che permette all'uomo di discernere, per mezzo della ragione, il bene e il male. È universale e immutabile e pone la base dei doveri e dei diritti fondamentali della persona, nonché della comunità umana e della stessa legge civile. È esplicitata nei 10 Comandamenti.
Così si esprime il Catechismo. Si esprime così non per i cattolici, ma per tutti: infatti la legge naturale è universale, è il sillabario comune attraverso il quale tutti gli uomini possono comprendersi.
Compito del singolo uomo è obbedire alla legge naturale universale. Compito delle legislazioni degli Stati è quello di non contraddirla. Uno Stato che voglia fare a meno della legge naturale universale è come una Fisica che voglia fare a meno di una Geometria.
La legge naturale universale si completa concettualmente evidenziando che i 10 Comandamenti sono raggruppabili in 5 macro-concetti: Famiglia (unione indissolubile di un uomo e di una donna), Proprietà (di chi ha bisogno di lavorare per vivere), Religione Vera, Verità (libertà di educazione, libertà delle religioni conformi alla legge naturale), Vita (dell’innocente e del giusto, dal concepimento alla morte naturale). Sono i 5 princìpi non negoziabili.
La legge naturale universale sovrasta le leggi positive, come fu tragicamente chiaro al processo di Norimberga. Il tiranno è colui che, con la forza del potere o con l’uso di una maggioranza parlamentare, fa approvare una violazione della legge naturale universale. L’obiezione contro il tiranno è obiezione DELLA coscienza, in nome di un principio che sta fuori di me.
Autodeterminazione
Nel mondo di oggi prevale il concetto di autodeterminazione.
In questa ottica (1) l’individuo manifesta i suoi desideri (2) si rivolge alla politica perché i desideri diventino diritti (3) preme e fa propaganda per formare una maggioranza parlamentare (4) il parlamento legifera, creando così un nuovo “diritto civile”.
L’obiezione da autodeterminazione è obiezione DI coscienza: obietto non in nome di qualcosa di alto, ma in nome della mia sovranità individuale. Obietto quindi per un giudizio politico.
“Autodeterminazione” è la parola chiave dell’ideologia radicale. Il Partito Radicale nasce però solo nel 1955 come scissione del Partito Liberale: non ha quindi preso parte in alcun modo alla stesura della Costituzione.
La parola chiave della Costituzione può essere individuata in “solidarietà”, non certo in “autodeterminazione”.
L’autodeterminazione è quindi una prassi vincente, all’interno di una Costituzione che nemmeno conosce il concetto.
Il caso Englaro
Il caso Englaro è tipico per evidenziare le due visioni del mondo.
Secondo la logica dell’autodeterminazione, il caso Englaro andò così.
(1) L’accanimento terapeutico è definito in modo personale (2) L’individuo può rifiutare ogni terapia (3) Il medico non può opporsi (4) Di fronte alla volontà dell’individuo scompaiono i reati di “omicidio del consenziente” e di “suicidio assistito” (5) Il tutore può essere tutore anche della morte (6) Se le procedure hanno stabilito la morte dell’individuo, l’individuo deve morire e la politica non può intervenire.
Secondo la visione della legge naturale universale doveva invece andare così.
(1) La vita dell’innocente è un bene indisponibile (2) L’accanimento è “la terapia che un buon medico NON farebbe” (3) Il medico non è un esecutore (4) Alimentazione, idratazione, non sono terapie, ma “cura della persona” (5) Se le procedure hanno stabilito la morte dell’innocente, le procedure sono erronee.
Due visioni non mediabili
Per chi conserva l’uso della logica, le due visioni del mondo non sono mediabili tra loro: o scegli la ragione che contempla la realtà e vede la legge naturale universale che sovrasta le leggi umane; oppure decidi che niente deve sovrastare il proceduralismo democratico, che diventa dio a se stesso.
È come parlare di geometria euclidea e non euclidea: sono diverse, non sono mediabili. La geometria non euclidea è vera, la geometria euclidea è falsa, ossia non corrisponde alla realtà (come noi la conosciamo oggi). Però le geometrie esistono entrambe, e vengono utilizzate in una convivenza gerarchica.
Quando si ragiona su grandi distanze la geometria non euclidea è necessaria. Quando si ragiona su piccola scala conviene servirsi della semplicità della geometria euclidea.
La convivenza della legge naturale universale e dell’autodeterminazione dovrebbe seguire lo stesso schema.
Se devi decidere le piccole cose (dall’asfaltatura di una strada alla costruzione di una centrale nucleare), conviene autodeterminarsi col semplice criterio della maggioranza.
Ma quando si toccano i 5 pilastri dell’esistenza umana (Famiglia, Proprietà, Religione Vera, Verità, Vita) allora è necessario rifarsi alla legge naturale universale. Convivenza gerarchica: autodeterminazione nel piccolo, legge naturale universale nel grande.
L’Italia, non a caso, raggiunse i vertici quando ancora credeva nella legge naturale universale. Con l’autodeterminazione il declino è inevitabile. Perché? Perché l’autodeterminazione crea degli individui isolati, ognuno dei quali è il dio di se stesso. Si cresce solo se si è comunità, e la comunità necessita di un sillabario comune.
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Domenica 14 luglio 2019
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