di Silvia Tozzi
ROMA | Finalmente si è deciso: la decadenza di Silvio Berlusconi da senatore, per effetto della legge Severino e a seguito della condanna definitiva per frode fiscale, sarà votata dall’aula di Palazzo Madama con voto palese. Lo ha deciso stamani la Giunta per il regolamento: i senatori dovranno esprimersi pubblicamente sul destino del leader di Forza Italia e, di conseguenza, assumersi la responsabilità di un eventuale voto in dissenso dalla linea del proprio gruppo parlamentare.
LANZILLOTTA | La svolta è arrivata con la decisione della senatrice Linda Lanzillotta, ex Pd e ora Scelta Civica, di sostenere le ragioni del voto palese dopo che negli ultimi giorni aveva preso tempo. Ha spiegato: «Quello sulla decadenza di Berlusconi non sarà un voto sulla persona, ma sul suo status di parlamentare. Pertanto non sarà necessario il voto segreto. Io sono per il voto palese e ho proposto di circoscrivere la decisione all'applicazione della norma della legge Severino. Sul piano tecnico regolamentare gli elementi che mi hanno indotto a questa decisione sono i seguenti: il Senato applica per la prima volta la legge Severino e quindi non esistono precedenti invocabili in modo univoco. Non esiste nel regolamento del Senato una norma esplicita che indichi la modalità di votazione utilizzabile nei casi analoghi ma non identici (ineleggibilità e incompatibilità). Il voto segreto è stato applicato in via di prassi. Il regolamento precisa invece che il voto per la decadenza non è un voto sulla persona e quindi si applica il voto palese. In altre occasioni, alla luce di nuove valutazioni giuridiche e istituzionali, prassi consolidate sono state modificate senza che fossero mutate le norme positive. Una estensione non dovuta del voto segreto andrebbe in direzione opposta a quella che ha orientato, dagli anni novanta in poi, l'evoluzione dei regolamenti parlamentari per fare sì che le procedure di Camera e Senato si svolgano nel rispetto della Costituzione e sempre più aderendo al bisogno di trasparenza che viene da parte dei cittadini e che è la condizione per conservare il rispetto dell'istituzione parlamentare e la legittimazione dell'esercizio delle prerogative da parte di ogni singolo deputato e delle assemblee nel loro complesso».
IL COMENTO DI SCHIFANI E BRUNETTA | Il presidente del gruppo parlamentare Pdl al Senato Renato Schifani ha commentato che si tratta di «una pagina buia per le regole parlamentari. La Giunta del Regolamento, a maggioranza e con un voto deliberatamente politico, ha violato le regole in maniera surrettizia, con grave responsabilità dello stesso presidente del Senato, per consentire al Pd e ad altre forze di imporre ai loro senatori un voto contro il leader del centrodestra. La giornata di oggi non potrà non avere conseguenze». Anche il capogruppo Pdl alla Camera Renato Brunetta è sdegnato: «Dalla Giunta una decisione assurda e senza precedenti contro Berlusconi. Una decisione contra personam e senza alcun senso. Inaccettabile».
IL PD | Secondo Luigi Zanda, capogruppo del Pd al Senato, invece, la decisione della giunta «è stata corretta, non c'è stato nessuna interpretazione né modifica del regolamento». Ha detto invece Pippo Civati, deputato e candidato alla guida del Pd: «A differenza del mio partito, non vedo così fuori dal mondo il voto segreto. Questa è un'altra cosa che mi differenzia dal mio gruppo dirigente».
Mercoledì 30 ottobre 2013
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