«Strana-mente». Psicologia, vita, racconti e dintorni. Paola Guaini ci porta alla scoperta della psicologia nella sua esperienza nel quotidiano, della vita nelle sue varie sfaccettature, idiosincrasie e imprevisti, racconti sparsi, con poesie e riflessioni ad accompagnare il tutto.
Paola Guaini
Sono nata nell'agosto dell'83 in un piccolo paese della provincia di Brescia. Ho avuto un'infanzia difficile ma non mi lamento. Ho volto a mio favore guai e disguidi e sono riuscita, fino ad ora, a fare quello che volevo della mia vita.
Mi sono laureata nell’ottobre 2010 in Psicologia clinico-dinamica presso l’Università degli Studi di Padova e dal 6 dicembre 2013 svolgo la professione di Psicologa. Cerco sempre di trarre qualche insegnamento da ogni giornata e di diventare, passo passo, sempre più consapevole di me stessa e in armonia con ciò che mi circonda.
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Feb 13
di Paola Guaini
La verità non è in qualche cosa di innaturale e strano che potrai trovare all'esterno di te,
Feb 12
di Paola Guaini
Per me è la prima volta come blogger,
Feb 4
di Paola Guaini
Gracy era come un albero, aveva una folta chioma che
fluttuava nel vento, ma radici minuscole che non riuscivano ad
ancorarsi al terreno.... vagava, vagava in cerca di chissà
quale soluzione magica a tutti i suoi guai senza prendersi
realmente cura delle sue radici...
Un giorno in uno dei suoi mille girovagare incontrò un
vecchio sconosciuto seduto ai piedi di un'enorme
quercia.
Il vecchio la scrutò per un attimo e poi sentenziò:
"Vai cercando un appiglio altrove ma non ti rendi conto che la
risposta sta alla base del tuo albero, annaffia le tue radici e
assicurati sempre che possano farsi largo lungo il terreno... solo
così potrai godere di te stessa e dell'immenso... più
forti saranno le tue radici più forte sarà il tuo
cuore e anche quando il tuo albero vacillerà, si
piegherà e sussulterà al vento e alla pioggia, nulla
lo potrà spezzare".
Detto questo senza più null'altro pronunciare si avvio in
direzione del sole che stava tramontando dietro la collina.
Gracy rimase immobile, perplessa ma, d'un tratto sentì le
sue membra percorse da un soffio, quasi impercettibile di fine
consapevolezza, era una sensazione nuova, strana ma piacevole e
confortante al tempo stesso.
Quella sera stessa ritornò al suo albero e incominciò
a bagnarne le radici malconce... giorno dopo giorno le vedeva
rinascere e dimorare sempre più in profondità nel
terreno rigoglioso, il suo senso di pienezza e di appagamento
cresceva all'insediarsi sempre più in profondità
delle radici del suo albero di cui ora, dopo molto tempo si stava
prendendo cura.
Si rese conto di quello che per anni non aveva mai capito, di
quello che per anni aveva cercato altrove...
il senso, tutto il senso, risiedeva dentro di lei, solo in lei si
esprimeva il significato della vita e grazie alle parole
dell'anziano sconosciuto sentiva che era giunto il momento per lei
di afferrarlo per non lasciarlo andare mai più!
Feb 4
di Paola Guaini
Avete mai sentito parlare dei sottili fili rossi della
vita? Quelle trame gigantesche che si intrecciano tra una persona e
un’altra, si sciolgono, fanno dei giri pazzeschi poi alla
fine ritornano… Jung e la signorina Sabina Spielrein hanno
incrociato i loro rispettivi fili tra le due guerre e tra le
persecuzioni e le censure prima dell’Europa poi della Russia
degli anni ’40.
Il dottor Jung non
dimenticherà mai Sabina, per tutta la sua vita, paziente
prima, amante poi e in seguito Psicoanalista lei stessa. Storia
controversa e tormentata quella di queste due persone comuni
“fuori dal comune” fatta di passione, emozioni,
simmetrie, intuizioni, ambivalenze e crescita personale, ma seppur
in mezzo alla bufera tra le mille perplessità di suo Padre
elettivo: Freud e le disperazioni della moglie Emma, Sabina e Jung
sono sempre stati legati oltre le convenzioni, insieme anche se
divisi, consci dell’amore al quale hanno dovuto rinunciare
per non farsi divorare e soccombere.
La storia completa, cara donna, uomo, giovane, anziano o meno che
mi stai leggendo la troverai nella letteratura sul caso ma quello
che voglio portare alla luce è l’estrema
umanità, debolezza, fragilità e
indissolubilità di un rapporto tra due grandi della storia,
materia di sogni, ricorrenze, sincronicità, addii e per
sempre.
Jung faceva molti sogni ricorrenti nel tempo in cui aveva in cura
Sabina all’Ospedale Psichiatrico di Zurigo.
Una notte si alzò sudato e in preda al panico: “La
paziente russa, è fuggita!”.
La moglie tra il dormiveglia gli rispose: “Torna a letto Carl
era solo un sogno!”.
Jung sapeva bene che nulla succedeva per caso e i sogni potevano
disvelare mondi inesplorati e portare alla coscienza intuizioni
sopite.
Si recò all’istituto e al posto di Sabina dormiente
nella sua stanza trovò delle coperte sotto il letto che
viste da lontano potevano sembrare la figura di una persona.
Andò dritto trapelante fuori, verso il pozzo del parco
adiacente all’ospedale e proprio lì vi trovò la
sua piccola paziente russa, spaventata e rannicchiata che cantava
flebilmente la sua canzone preferita “Tu
balalaika”.
La prese in braccio, la strinse a sé e la riportò nel
suo letto.
I sogni di Jung su Sabina non finiscono.
Finita l’analisi e interrotta la storia con Jung, Sabina
torna in Russia con l’ormai marito Pavel e le due bambine.
Sabina si era sposata perché come affermava sempre:
“Voglio vivere d’amore”.
Dopo la laurea in Medicina e una specializzazione in Psicoanalisi
aprì un asilo bianco a Mosca, dove fondò un nuovo
metodo di insegnamento per i bambini basato su nuove concezioni e
frantumazione di tabù quali: l’insegnamento della vita
vera ai bambini, l’empatia, le nuove teorie sulla
sessualità e nuovi metodi di educazione!”. Lenin
sembrava aver dato speranza alla Russia del tempo, ma con
l’ascesa di Stalin e le macerie della Guerra civile Russa, la
censura, la tirannia e le idee contrarie al partito vennero
soppiantate.
Milizie fedeli al regime entrarono all’Asilo bianco impedendo
a Sabina di rigettare le sue teorie e le sue convinzioni firmando
un impegno di fiducia al regime. Sabina si rifiutò
categoricamente dicendo che avrebbero pure potuto ucciderla, lei
sarebbe stata sempre fedele a se stessa.
A quel punto, l’asilo venne distrutto, mobili soverchiati,
accanto a bambini spauriti e disorientati.
Pochi giorni più tardi, Sabina venne condotta a forza
insieme ad altri dissidenti nella Chiesa di Rostov insieme alla
figlia Renè e lì si assistette ad un grande omicidio
di massa.
Jung, nello stesso istante ebbe in sogno la consapevolezza che
Sabina era morta e recandosi sul terrazzo di casa guardò con
sgomento l’orizzonte notturno.
Le idee di Jung e di Sabina, figura femminile sottovalutata dalla
storia e dagli storici stessi non sono morte e sono fonte di
ispirazione per molti curiosi, appassionati, professionisti e
non.
L’anima di queste due Esseri umani è stata più
forte della morte.
Feb 3
di Paola Guaini
Skinner, un famoso psicologo vissuto negli anni '50, grazie ad un esperimento sui ratti aveva scoperto come estinguere un comportamento in questa specie animale... cosa fece?
Feb 3
di Paola Guaini
In una società contemporanea dove viene instillato attraverso i mass media e vari gruppi politici, in modo sottile e velato o alle volte plateale e oserei dire anche volgare la paura del "diverso", attaccandolo in modo estremo, sia povero che ricco che appartenente a cariche istituzionali, bisogna creare una nuova coscienza e un nuovo spirito che non solo ci avvicini a nuove culture, nuove visioni del mondo e nuove rotte, ma che ci permetta anche di essere persone veramente in contatto, in contatto con noi stesse e con l'altro, mantenendo il proprio pensiero fluido, libero e critico in modo tale da sconfiggere la paura che non viene da dentro di noi, ma che le gerarchie e l'informazione ci proiettano continuamente e incessantemente dentro la "testolina", perché la divisione è il miglior modo per mantenere il controllo e lo status quo.