Stop incremento dell'Iva ad ottobre. A rischio uscita Paese da recessione

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Stop incremento dell'Iva ad ottobre
A rischio uscita Paese da recessione

Previste ulteriori contrazioni nei consumi da parte delle famiglie

Redazione Online

Aumento dell'Iva
Aumento dell'Iva

RIPRESA LENTA, NO AUMENTO IMPOSTE | Contrariamente a quanto sostenuto dal rapporto Osce che parla di un’Italia in lenta e progressiva ripresa, la Federconsumatori ritiene che senza la cancellazione dell’incremento Iva la fuoriuscita dalla recessione per il nostro paese è sempre più lontana.
«Riteniamo premature le dichiarazioni rilasciate dal vicecapo economista dell’Ocse che, stamane, ha affermato che l’Italia sta lentamente uscendo dalla recessione in cui era caduta – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti Presidenti di Federconsumatori ed Adusbef - Una valutazione che, purtroppo, non condividiamo e non potremo condividere fino a quando non vedremo anche un minimo segnale positivo sul fronte dell’occupazione e, quindi, della ripresa del potere di acquisto delle famiglie. Per avviare una reale e tangibile ripresa in tal senso – insistono Trefiletti e Lannutti - è fondamentale avviare un rilancio degli investimenti per lo sviluppo e l’occupazione, nonché scongiurare in ogni modo l’incremento dell’Iva in programma da ottobre. Non ci stancheremo mai di ripetere, infatti, che tale operazione avrà degli «effetti collaterali» disastrosi per l’intera economia».

GLI EFFETTI COLLATERALI | Come denunciato da Federconsumatori, da tempo, l’ulteriore incremento dell’Iva in programma da ottobre avrà effetti disastrosi sull’intera economia. A pagarne le conseguenze più gravi saranno le famiglie, specialmente quelle a reddito fisso, che dovranno far fronte a costi sempre più elevati. L’Onf. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha calcolato che le ricadute di questa operazione saranno complessivamente di +207 Euro annui a famiglia (pari ad un aggravio di circa +0,85% del tasso di inflazione). Nel dettaglio, a causa dell’incremento dell’Iva, dell’aumento dei costi di trasporto e dei maggiori costi energetici di impresa, le ricadute per una famiglia saranno pari, nei seguenti settori, a:+81 Euro nel settore dell’abbigliamento, +25 Euro in quello calzaturiero, +12 Euro per vini e liquori. Per non parlare, inoltre, delle ripercussioni sui costi dei carburanti, stimabili in un aumento di 1,7 centesimi al litro.

LIEVITANO I COSTI | Aumenti che faranno lievitare i costi di trasporto di tutti i beni e servizi (non dimentichiamo che oltre l’86% dei beni di largo consumo è trasportato su gomma), incrementando inevitabilmente il prezzo al dettaglio, anche per quei beni la cui aliquota Iva non sarà soggetta a ritocchi.
Tale scenario dimostra in maniera evidente e tangibile la «portata distruttiva» che questa manovra avrà sul potere di acquisto delle famiglie e sull’andamento dei consumi, già in caduta libera da tempo (nel biennio 2012-2013 secondo le nostre stime la contrazione risulta pari al -7,8%).
«Per questo è urgente intervenire al più presto cancellando definitivamente questo provvedimento prima che crei gravi danni all’intero apparato economico.» – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti.

Giovedì 5 settembre 2013

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