Sociatria e Ambiente: Pignatale. Il problema idrologico e le sue conseguenze

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Sociatria e Ambiente: Pignatale
Il problema idrologico e le sue conseguenze

Nel panorama spesso affollato di opinioni e analisi riguardanti l'urgente questione dei cambiamenti climatici e delle relative sfide ambientali, emerge un'autore che si distingue per la sua autenticità e profondità d'analisi: Giuseppe Pignatale

di Antonio Rossello

Pioggia
Pioggia

 Premessa:

Nel panorama spesso affollato di opinioni e analisi riguardanti l'urgente questione dei cambiamenti climatici e delle relative sfide ambientali, emerge un'autore che si distingue per la sua autenticità e profondità d'analisi: Giuseppe Pignatale. La redazione è entusiasta di presentare il suo articolo per una serie di motivi significativi. Innanzitutto, Pignatale si distingue per la sua condotta intellettuale, lontana dalle vane brame di notorietà e dalle effimere luci dei riflettori. Egli si concentra piuttosto sull'analisi accurata e sulla ricerca di soluzioni pragmatiche per i problemi che affliggono il nostro pianeta.
Un secondo punto di forza è la sua capacità di andare oltre la semplice enumerazione dei fenomeni, caratteristica comune a molti analisti, ma spesso carente di profondità e contestualizzazione. Pignatale non si limita a contare i ghiacci che si sciolgono o le piogge che diventano torrenziali; al contrario, sottolinea il nesso intrinseco tra questi eventi e l'ordine sociale che regola le nostre vite. È un approccio che va al di là delle apparenze, scavando nelle radici dei problemi per affrontarli efficacemente.
Inoltre, l'articolo di Pignatale si distingue per il suo stile comunicativo chiaro e accessibile, lontano da un narcisismo sterile e da un linguaggio criptico. Nell'era dell'informazione, in cui la trasparenza e la comprensibilità sono essenziali per coinvolgere un vasto pubblico, la chiarezza espositiva di Pignatale risulta estremamente apprezzabile.
In questo contesto, l'articolo di Giuseppe Pignatale sulla questione dell'innalzamento dei mari e delle piogge torrenziali dovuti all'inquinamento assume un'importanza cruciale. Esso offre non solo un'analisi accurata dei fenomeni in atto, ma anche una riflessione approfondita sulle possibili strategie di contrasto e mitigazione. In un momento in cui l'umanità si trova di fronte a sfide senza precedenti per la propria sopravvivenza, le voci come quella di Pignatale si rivelano preziose fonti di ispirazione e guida per un futuro sostenibile e resiliente.

L'innalzamento dei mari e le piogge torrenziali dovuti all'inquinamento: come contrastarlo? cosa fare?

L'inquinamento atmosferico, con forte produzione di gas serra (metano e anidride carbonica), è causa del surriscaldamento dell'ambiente con tragiche conseguenze: i ghiacci dei poli nord e sud sono sempre meno, in quanto molti blocchi di ghiaccio si staccano dalla banchisa creando molti iceberg che vanno alla deriva e, successivamente, liquefandosi contribuiscono all'innalzamento dei mari. Non solo, cambiando l'ambiente poi, molti orsi bianchi rischiano di annegare. L'innalzamento della temperatura, anche di 1 grado, favorisce la siccità, la desertificazione: i ghiacciai sulle Alpi si sono ridotti considerevolmente nell'ultimo secolo, con lo zero termico salito a 3000 metri d'altezza e osservatori che hanno notato la presenza di api che, nello svolgere la loro attività, si spostano anche decine di chilometri dall'alveare.

L'innalzamento dei mari renderà in futuro la vita umana difficile, visto che almeno il 51% degli umani vive nelle zone marittime: città come Venezia, Rotterdam, rischiano molto; lo stesso Singapore e le Maldive.

Per contrastare a Venezia il fenomeno dell'acqua alta è stata costruita una grande opera, il Mose: si tratta di serbatoi d'acciaio che bloccano gli accessi della laguna in presenza di acqua alta, riempiendoli di aria compressa, mentre quando il livello del mare scende vengono riempiti di acqua, per cui i serbatoi si abbassano. Il problema è che se il fenomeno dell'acqua alta prevale sull'acqua bassa, i serbatoi o paratie chiudono per molto tempo la laguna al Mar Adriatico, bloccando l'interscambio fra laguna e mare necessario perché Venezia scarica nei canali dove possono stazionare e provocare pestilenze.

Rotterdam è interessata anch'essa dal fenomeno dell'acqua alta da sempre, da quando dagli inizi era un villaggio interessato dalle foci del Reno e della Mosa. Come tutti sappiamo, l'Olanda da sempre ha lottato contro il mare, sottraendo terreni tramite canali e mulini al vento, e oggi si difende realizzando opere di blocco del mare per mettere in sicurezza il territorio, che è in buona parte sotto il livello del mare.

New York era all'inizio una colonia olandese, Nuova Amsterdam, che aveva il suo nucleo nell'isola di Manhattan acquistata dagli indiani; ceduta poi agli inglesi, divenendo definitivamente New York. Da allora New York è cresciuta divenendo ciò che è oggi una città operosa di milioni di abitanti. New York è interessata anch'essa dall'innalzamento dei mari e per proteggersi hanno creato una grande muraglia che potrebbe essere insufficiente.

La città di Singapore, divenuta libera dal 1965, ha realizzato grandi opere per contrastare il livello dei mari.

L'ambiente terrestre poi è sempre stato critico da sempre senza l'azione umana: nel Permiano, circa 251 milioni di anni fa, c'è stata una grande estinzione della vita terrestre e marina e sono stati necessari 10 milioni di anni per recuperare: questa estinzione forse fu dovuta da idrati di metano o dall'attività vulcanica.

Ritornando a oggi, sembra che i cambiamenti climatici siano causati dalle attività umane con tutte le conseguenze: desertificazione, siccità, piogge torrenziali distruttive favorite dalla cementificazione e dalla cottura del terreno soggetto all'azione del sole.

Gli alluvioni torrenziali ormai sono molto diffusi: in Italia ricordiamo Ischia, Marche ed Emilia Romagna. Oggi 12 maggio ci sono stati alluvioni in Brasile con centinaia di morti e in Afghanistan con oltre 300 morti. Ovunque un mare di fango travolge tutto creando morte e distruzione; il fango poi, fa morire gli alberi e, essiccandosi, diventa più duro del cemento rendendo inutilizzabili i campi agricoli per anni come è successo in Emilia Romagna in particolare.

E allora? Cosa fare? Come proteggersi dai cambiamenti climatici e sue conseguenze?

Si potrebbero lasciare i motori a combustione, visto che soprattutto sul diesel si stanno creando motori meno inquinanti e di rendimento elevato o passare alle nuove tecnologie elettriche o a idrogeno: occorre decidere quale delle due scegliere.

Fondamentale è il rispetto dell'ambiente: un esempio stupido è tutelare le balene che, grazie al loro corpo, immagazzinano grandi quantità di CO2 che viene ceduta alla loro morte, a cui si aggiungono le loro defezioni che favoriscono il fitoplancton necessario per lo sviluppo della vita marina. Occorre però agire per contrastare il surriscaldamento aumentando le aree verdi nel pianeta, sfruttando la sintesi clorofilliana che trasforma, semplificando, l'anidride carbonica in ossigeno, riducendo la presenza di CO2 e vedremo come nel mio libro -Il Nuovo Ordine mondiale: Programma di Sviluppo - Giuseppe Pignatale - dove io, da privato cittadino, indico dettagliatamente la situazione globale e come secondo me si potrà uscirne fuori: logicamente sto semplicemente dando consigli poi dipende dalla classe politica se sarà capace di dare risposte agli infiniti problemi che potrebbero essere risolti avendo le idee chiare, con largo impiego di nuove tecnologie e inculcando la presenza attiva di tutti i cittadini rinnovando l'intero sistema di lavoro. Punto cardine è porre le condizioni di una pace globale.

Giuseppe Pignatale

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Lunedì 13 maggio 2024

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