Siria, test missilistici di Usa e Israele. Obama al Congresso: «Voto rapido»

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Siria, test missilistici di Usa e Israele
Obama al Congresso: «Voto rapido»

L'appello su Twitter di Papa Francesco: «Vogliamo che in questa nostra società, dilaniata da divisioni e da conflitti, scoppi la pace»

Redazione Online

Prove di guerra nel Mediterraneo
Prove di guerra nel Mediterraneo

WASHINGTON | Ci vorranno quindici giorni prima di conoscere l’esito dei risultati dei test compiuti dagli ispettori Onu in Siria. Nonostante la pausa forzata, l’attesa non resta vuota di parole e fatti con il risultato di far salire la tensione internazionale. La pressione delle minacce incrociate contribuisce a rendere la situazione esplosiva: c’è il rischio concreto che tutta la regione mediorientale resti coinvolta in un conflitto. 

OBAMA IN ATTESA DELL’OK DEL CONGRESSO | Dagli Usa il presidente Barack Obama ha fatto sapere di essere fiducioso: il Congresso darà di certo l’ok per l’intervento in Siria, nel corso del voto del 9 settembre. In un incontro con alcuni parlamentari, alla Casa Bianca, ha chiesto anche di affrettare i tempi, spiegando la necessità di un’azione militare immediata per ridurre la capacità del regime di Assad di usare armi chimiche. «Questo non è L'Iraq e non è l'Afghanistan - ha detto il presidente - si tratta di un passo limitato e proporzionato che manderà un messaggio non solo al regime di Assad, ma anche agli altri Paesi che avessero intenzione di mettere alla prova le regole internazionali, su quali sarebbero le conseguenze»

IL GIALLO DEI MISSILI NEL MEDITERRANEO | Intanto tutto il mondo ha guardato con preoccupazione la notizia diffusa, oggi, da Mosca dell’intercettazione, da parte del radar di Armavis (nella Russia meridionale), di due missili nel Mediterraneo. Subito si è pensato al peggio con l'avvio di un intervento militare da parte di Francia o Stati Uniti. Poco dopo però il giallo è stato risolto: Israele ha annunciato di aver effettuato un test missilistico nel Mediterraneo insieme agli Stati Uniti. La stessa ambasciata russa a Damasco ha poi riferito che non c’era nessun elemento che indicasse un attacco missilistico sulla capitale siriana.

IL NO DELLA RUSSIA | Comunque Mosca ha ribadito la sua contrarietà all'ipotesi di un attacco militare a Damasco esplicitando tutto il suo scetticismo sulle prove americane riguardo l'uso di gas da parte del regime di Bashar al Assad. Anzi ha chiesto nuovamente agli Usa di dimostrare concretamente quanto sostenuto: «Washington ci ha consegnato del materiale, ma non contiene nulla di preciso su chi ha raccolto le prove e dove - ha detto Lavrov - Quando abbiamo chiesto ulteriori dettagli - ha aggiunto il capo della diplomazia russa - i nostri partner americani ci hanno risposto che erano segreti. Questo non ci convince. Così non è possibile una cooperazione».

LE MINACCE DI ASSAD | Anche Assad non resta a guardare e ha avvertito: la degenerazione del conflitto siriano determinerà una guerra in tutta la regione mediorientale. «Il Medio Oriente è una polveriera che oggi è minacciata dal fuoco. Di fronte alla prospettiva di un attacco contro la Siria – ha detto il presidente - non bisogna pensare solamente alla risposta siriana, ma piuttosto a cosa può accadere dopo il primo attacco. Nessuno può sapere ciò che succederà. Quando la polveriera esploderà tutti perderanno il controllo della situazione. Il caos e l'estremismo dilagheranno. Per questo, aggiunge, esiste il rischio di una guerra regionale».

L'INVITO ALLA PACE DEL PAPA | Un forte no alla guerra in Siria viene dal Vaticano. «Vogliamo che in questa nostra società, dilaniata da divisioni e da conflitti, scoppi la pace». É il desiderio che Papa Francesco ha espresso attravero un nuovo tweet dal suo account @Pontifex.

MAURO, SERVE PRUDENZA | «La complessità della situazione siriana, una delle più complesse della storia recente, richiede prudenza», ha sottolineato da Bruxelles, il ministro della Difesa, Mario Mauro, che ha visto il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, e l'alto rappresentante per la Politica estera dell'Ue, Catherine Ashton.

INCONTRO A ROMA | Intanto il segretario della Lega Araba Nabil Arabi ha fatto sapere che si svolgerà l'8 settembre a Roma un incontro tra il segretario di Stato Usa John Kerry e la delegazione della Lega Araba incaricata di sviluppare il processo di pace israelo-palestinese.

Martedì 3 settembre 2013

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