Redazione Online
Di Marina NOVELLI
Immaginiamo un bambino, dai grandi occhi chiari che, incantato, osserva i tessuti dai mille colori dei campionari esposti nello studio dell'amato nonno, bravo rappresentate di stoffe, sempre attento alla creazione di nuovi abiti. Il nostro bimbo oltre a sentirsi attratto dalle differenti cromie, prova indiscutibilmente una emozione fortissima al contatto con alcune stoffe subendone un fascino che lo accompagnerà per tutta la vita... la tela. Alle elementari la maestra comprende la sensibilità del bimbo e lo educa a orientare il suo modo di vedere, incentivando questa sua naturale attitudine. Più tardi, con sua madre, visita gli Uffizi e il bambino comincia a familiarizzare con i grandi maestri, incantato dalle corrusche decorazioni in oro. I “Maestri del Colore” diventano i suoi libri più apprezzati; gradite quelle 300 lire ricevute dalla mamma per acquistarne l'ultimo volume in edicola. Crescendo poi, anche i confini si ampliano e il ragazzo conosce Amsterdam, incuriosito dalle grandi mostre internazionali europee. Ama molto l'arte della scrittura, nella quale si immerge profondamente, solo intorno ai vent'anni, il nostro giovane inizia a dipingere... stiamo parlando di Giancarlino Benedetti Corcos, artista il quale, dopo essersi espresso in numerose mostre in ogni dove, recentemente, durante una passeggiata all'Orto Botanico di Roma è stato invitato dal suo amico gallerista Andrea Bottai a realizzare una mostra su tema dei giardini, le serre, gli orti... la Primavera!
Una immaginazione, un sogno, una visione che ha dato vita a “Serra con vista sull'orto e la vigna”, una spettacolare quanto originale esposizione al civico 49 di Via dei Cappellari nel cuore pulsante di Roma.
Sua l'iconografia della copertina dell'opera che ricorda la temperie dell'avanguardia romana e uno dei suoi interpreti, Luigi Rigoni, amico compianto |
Sono molto legato a Jung – afferma il nostro artista -... da cui ho appreso l'autorealizzazione dell'inconscio. Per me i sogni sono una materia che mi fa stare bene nel mondo. Ho sognato infatti “il russo con i baffi” e l'ho impersonificato nel protagonista de “Le Anime Morte” di Nikolaj Vasil'evič Gogol e da cui è partita tutta la mostra. Nobile e poetico motivo propulsore che vediamo esposto; così come le numerose tele, archetipo della sua passione infantile, oggi dipinte con sobrie ma decise pennellate inzuppate di colore acrilico. L'obiettivo che l'artista si prefigge di centrare è quello dello “sconfinato”, facendo riferimento a come ci appaiono i campi: “Sconfinati come l'Universo”, egli asserisce. “Lo sconfinamento è importante – scrive Bonito Oliva, rafforzandone il concetto – perché produce una nuova potenza che non conosce peso di gravità”. Grazie alla civiltà contadina è avvenuto il traino tra lo sviluppo umano partito dalle caverne e giunto fino a ieri, con inesauribile impegno quotidiano e cura della terra a cui affidare ogni prospettiva di futuro. Tutto era in perfetta armonia, colori, sapori, profumi, giorno e notte, affetti e amori, vita e morte, in stabile equilibrio. Oggi, sotto l'egida negativa della presunzione tecnologica e l'illusione del potere, rischiamo la sterilizzazione di millenni di storia in nome degli effetti speciali, dell'intelligenza artificiale e degli algoritmi. Giancarlino Benedetti dipinge questa inquietante attualità, sostituendo la vendita delle anime morte dei contadini con stati d'animo viventi e piacevoli, offrendo una sua personale via di uscita, correlando Roma, Gogol, Ucraina e Russia... riuscendo a declinare la grande tradizione letteraria con il mondo contadino e con il desiderio di bellezza insito nella straordinarietà degli ambienti naturali. Ogni giorno la mostra ospita numerosi visitatori incuriositi dalle ondeggianti tele dipinte, appese creando vivacità e dinamismo, ma che, con i loro soggetti, non desistono dal farci sentire la nostalgia di un mondo “sconfinato” di naturale bellezza.
Martedì 7 giugno 2022
© Riproduzione riservata
1029 visualizzazioni