di Silvia Tozzi
NEW YORK | Si sono parlati. Il presidente Hassan Rohani e lo statunitense Barack Obama hanno avuto una conversazione telefonica. L'ultima telefonata di tal genere avvenne nel 1979, quando Jimmy Carter parlò con lo Shah Mohammed Reza Palevi poco prima che questi fosse costretto a lasciare il Paese. In Iran però la notizia non è stata presa bene e i media non ne hanno di fatto dato notizia. Il tweeet del presidente Rohani a riguardo è stato cancellato dal suo account.
I GRUPPI RADICALI | I gruppi radicali in Iran hanno reagito negativamente. Al suo arrivo, Rohani è stato accolto dalla folla che gli ha lanciato scarpe (segno di grande disprezzo nella cultura islamica) e ha preso a calci una sua guardia del corpo. Per gli integralisti, gli Stati Uniti rappresentano l’imperialismo internazionale cui si deve resistere. Tra i contestatori c'erano anche sostenitori del presidente che inneggiavano: «Grazie Rohani», «Viva Rohani», «Pace, non guerra»contrapposti agli altri: «Morte all’America», «Nessun compromesso, nessun inchino, ma lotta contro gli Usa».
L'APPOGGIO | Rohani sembra però godere dell’appoggio della maggioranza del Paese che però gli chiede la fine dell’embargo internazionale in tempi brevi. Rohani ha intanto promesso: «Presenteremo un primo piano sul nucleare già a Ginevra» (il 15 e 16 ottobre, quando nella città svizzera si ritroveranno seduti attorno allo stesso tavolo i Paesi del cosiddetto “5+1” Usa, Francia, Gb, Russia, Cina e Germania con i rappresentanti di Teheran).
LE PAROLE DI OBAMA | «La strada che porta all’accordo è irta di ostacoli, ma penso che superare le differenze per una soluzione complessiva sul nucleare iraniano sia possibile», ha affermato il presidente Barack Obama che già prospetta un alleggerimento delle sanzioni verso l’Iran, in cambio di «azioni significative, verificabili e trasparenti sul nucleare».
I PALETTI | Teheran chiede che al tavolo dei colloqui «dovremo innanzitutto essere d’accordo sugli stessi principi. E solo allora potremo sviluppare una vera e propria road map», puntando a un accordo entro un anno.
Domenica 29 settembre 2013
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