Riforma del Senato: Grasso è contrario. Ma Renzi non intende fermarsi e dice i pro

Sullo stesso argomento
Ultimi articoli
Newsletter

«cerchiamo di cambiare la Costituzione mantenendo un presidio di democrazia»

Riforma del Senato: Grasso è contrario
Ma Renzi non intende fermarsi e dice i pro

«Diminuendo di un terzo il numero dei parlamentari tra Camera e Senato, e riducendo le indennità, si otterrebbe un risparmio ben superiore», ha detto Grasso

di Silvia Tozzi

Pietro Grasso
Pietro Grasso

ROMA | Il presidente di Palazzo Madama Pietro Grasso non concorda sulla necessità di cancellare il Senato.

NON UN CONSERVATORE | «Non sono un parruccone né un conservatore, sono il primo rottamatore di questo Senato, ma le riforme devono essere fatte in un quadro istituzionale», ha spiegato Grasso. «L’Italicum più la riforma del Senato nel senso di un monocameralismo di fatto, può rappresentare un rischio per la democrazia. Non è che io dico abolizione si o no. Dico: cerchiamo di cambiare la Costituzione mantenendo un presidio di democrazia». 

LA CONFORMAZIONE | «Immagino un Senato composto da senatori eletti dai cittadini contestualmente alle elezioni dei consigli regionali, e una quota di partecipazione dei consiglieri regionali eletti all’ interno degli stessi consigli. Per rendere più stretto il coordinamento tra il Senato così composto e le autonomie locali, prevederei la possibilità di partecipazione, senza diritto di voto, dei presidenti delle Regioni e dei sindaci delle aree metropolitane».

I COSTI | «Diminuendo di un terzo il numero dei parlamentari tra Camera e Senato, e riducendo le indennità, si otterrebbe un risparmio ben superiore a quello che risulterebbe, dalla sostituzione dei senatori», afferma Grasso.

I SACRIFICI | Ma per Matteo Renzi, «va ridata credibilità alle istituzioni e alla politica passa attraverso i sacrifici per i politici, altrimenti si continua così e non si va da nessuna parte». «Il vero modo per difendere il Senato non è fare una battaglia conservatrice tesa a mantenere lo status quo, è prendere atto dei paletti che ci siamo dati. Mai più voto di fiducia, mai più voto di bilancio, riduzione del numero dei parlamentari e delle indennità, quindi chi sta in Senato è un rappresentante delle istituzioni che non viene pagato, un sindaco un presidente di Regione, non un senatore pagato per questo». 

Domenica 30 marzo 2014

© Riproduzione riservata

1167 visualizzazioni

Commenti
Lascia un commento

Nome:

Indirizzo email:

Sito web:

Il tuo indirizzo email è richiesto ma non verrà reso pubblico.

Commento: