di Nicola Salati
ROMA | È scomparso alla soglia degli 80 anni, li avrebbe compiuti il prossimo 27 giugno essendo nato nel 1934, il noto scrittore e regista Alberto Bevilacqua. È morto nella clinica Villa Mafalda a Roma, ufficialmente per un arresto cardiocircolatorio, ma a chiarire la scomparsa ci penserò l’autopsia autorizzata dal pubblico ministero Elena Neri dopo la richiesta avanzata dalla sua compagna Michela Miti attraverso l’avvocato Rosa Zaccaria. Contraria all’esame autoptico la sorella di Bevilacqua.
LE POLEMICHE | Era ormai un anno che Bevilacqua era ricoverato in clinica a Roma. Un ricovero voluto per alcuni accertamenti, ma che poi è durato fino alla sua fine in quanto negli ultimi mesi le sue condizioni si sono aggravate portando lo scrittore e regista in uno stato di incoscienza totale. Proprio al compagna ha più volte chiesto un suo trasferimento in un’altra clinica, ma i medici si sono sempre opposti e così la stessa attrice, conosciuta con il nome d’arte di Michela Macaluso, ha parlato di prigionia: i Tribunali civili però non hanno mai autorizzato il trasferimento.
I SUCCESSI | Le polemiche però almeno in questo momento dovrebbero lasciare spazio al dolore per la perdita di una mente così lucida che ha esordito con la «Polvere sull’Erba» nel 1995 e poi ha proseguito con numerosi scritti di prosa e poesia tra cui l’ultimo intitolato «Roma califfa» del 2012. Tra i suoi capolavori ci sono: «Questa specie d’amore” che vince il premio campiello nel 1966 e nella sua versione cinematografica il David di Donatello; «L’occhio di gatto» che nel 1968 è premiato con lo Strega.
LA CITTÀ NATALE | Ma il suo amore Bevilacqua lo mette nella sua città natale quella Parma che di sicuro lo onorerà alla grande per il suo ritorno a casa. Parma per Bevilacqua diverrà contraltare di Roma e sono proprio i luoghi il tema che percorre tutta la sua opera, che indaga, racconta, fantastica, immagina, svela, quella città, emblematica dell'Italia di quegli anni, dal boom economico in poi, dalla vita gaudente alle storie noir di «Gialloparma» a fine anni '90, in genere attraverso il racconto di complesse, vitali, sensuali psicologie femminili.
Lunedì 9 settembre 2013
© Riproduzione riservata
1025 visualizzazioni