di Antonio Rossello
Abbindolatori, imbroglioni, impostori, ingannatori, mistificatori, truffatori, turlupinatori, buffoni, ciarlatani, fanfaroni, gradassi, millantatori, sbruffoni, smargiassi, spacconi e fanatici: questi fra i tanti sostantivi che la ricchezza della nostra lingua offre per descrivere tratti caratteriali e comportamentali, spesso compresenti, in categorie umane poco edificanti e in ogni tempo esistite.
A mio avviso, una versione, apparentemente più colta e nobile, di certi bricconi è rappresentata dagli pseudoscienziati, ossia coloro i quali professano una pseudoscienza annoverabile nella lunga serie di teorie o pratiche che dichiarano, pretendono o vogliono sembrare scientifiche, senza mostrare, alla luce dell’epistemologia, alcuna aderenza al metodo scientifico (o sperimentale), posto alla base delle affermazioni e dei progressi della scienza moderna.
A questo punto questo potrebbe spontaneamente nascere una obiezione: la presente trattazione può risultare strumentale alla giustificazione di una sorta di moderna caccia alle streghe, in quanto i processi di individuazione di una pseudoscienza – specialmente in ambiti, come quello sanitario, laddove esista una soggettività intrinseca dovuta al rapporto tra individuo/medico/trattamento e valutazioni condotte su base statistica – possono rivelarsi aleatori, nella misura in cui il rigore scientifico sia pilotato da interessi economici, politici o ideologici?
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(Fonte: https://www.ecodisavona.it)
Mercoledì 6 ottobre 2021
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