Proteste indipendentiste in Tibet uccisi quattro manifestanti, feriti in 60

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DAL 2011 si sono dati fuoco 121 tibetani, che vogliono l'indipendenza dalla cina

Proteste indipendentiste in Tibet
uccisi quattro manifestanti, feriti in 60

Le proteste continuano da un mese, da quando le autorità cinesi hanno obbligato i locali a issare la bandiera cinese. Il rifiuto dei tibetani ha scatenato prima le manifestazioni e poi la repressione

Redazione Online

Proteste in Tibet
Proteste in Tibet

LHASA (TIBET) | martedì quattro persone sono state uccise e altre 50 ferite dagli agenti di sicurezza cinesi nella contea di Driru (Biru in cinese), nella prefettura di Nagchu (Naqu per i cinesi) nel Tibet, la stessa area che da settimane è al centro di forti proteste. Pochi giorni prima, a Yangthang, 60 persone intente a protestare erano state ferite dai colpi di arma da fuoco esplosi dalle forze di sicurezza cinesi. Molti altri sono stati arrestati. In quella occasione, i manifestanti chiedevano la liberazione di Dorje Draktsel, uno dei principali protagonisti della protesta anti bandiera cinese, che è stato poi arrestato.

LE PROTESTE | Le proteste continuano da un mese, da quando, in vista delle festività nazionali per a nascita della Repubblica Popolare, le autorità cinesi hanno obbligato i locali a issare la bandiera cinese. Il rifiuto dei tibetani ha scatenato prima le manifestazioni e poi la repressione da parte della polizia cinese. La Cina infatti è per i tibetani uno stato invasore ed oppressore.

LE VITTIME | Tre delle quattro vittime provenivano dal villaggio di Sengthang e il quarto da quello di Tinring. Le autorità cinesi hanno inviato nell'area migliaia di agenti e paramilitari per controllare l'area. A Sengthang e in altre zone, sono stati operati anche centinaia di arresti oltre a sequestri di telefonini, per evitare i collegamenti.

CACCIA AI TIBETANI | Nella capitale Lhasa, infatti, secondo il Tibetan Centre for Human Rights and Democracy, le autorità hanno cominciato una vera e propria caccia ai tibetani di Nagchu. Per l'occasione, è stato diffuso un codice segreto per identificare i residenti dell'area teatro delle manifestazioni, subito scoperto dai locali. Gli uomini di Nagchu vengono chiamati turisti maschi, le varie città e villaggi dalle quali provengono indicate con lettere dell'alfabeto. Giunti a Lhasa, vengono seguiti a distanza dalla polizia che ne annota gli spostamenti e ne informa i vari centri di polizia di zona.

DARSI FUOCO | Dal 2011 sono 121 i tibetani che si sono dati fuoco in nome della libertà del Tibet e per il ritorno dall'esilio del loro leader spirituale, il Dalai Lama. Sono 24 le immolazioni dall'inizio di quest'anno.

Sabato 12 ottobre 2013

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