Paziente uccide a coltellate la psichiatra. Oltre 36 i colpi inferti alla dottoressa

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paola labriola lavorarva al centro di igiene mentale di bari

Paziente uccide a coltellate la psichiatra
Oltre 36 i colpi inferti alla dottoressa

Sul posot è arrivato il marito della vittima che si è sfogato: «Sono sconvolto. Non so se chi l’ha uccisa fosse un suo paziente, non l’ho vista mia moglie, non me l'hanno fatta vedere»

di Nicola Salati

Gli agenti presenti sul luogo del delitto
Gli agenti presenti sul luogo del delitto

BARI | Una vera e propria tragedia quella che si è consumata questa mattina, intorno alle 9.30, nel centro di igiene mentale di Bari, dove una psichiatra, Paola Labriola, è stata uccisa a colpi di coltellate da un paziente. La 53enne donna, madre di due figli, ha subito l’aggressione con un coltello da cucina dotato di una lama lunga 12 centimetri. Sul posto sono presenti oltre agli agenti pure il direttor generale dell’Asl di bari Domenico Colasanto e il sindaco Michele Emiliano.

I FATTI | Il corpo senza vita è stato trovato dagli agenti della polizia nel centro Sim in via Tenete Casale nel quartiere Libertà. Gli stessi agenti, almeno secondo le prime informazioni, avrebbero già fermato l’uomo, 44enne che ha compiuto il gesto. Ora sarebbe sotto interrogatorio degli stessi agenti che vogliono capire cosa lo ha spinto ad aggredire ed uccidere la dottoressa. Secondo le prime ricostruzioni l’uomo si sarebbe accanito contro la donna che sarebbe stata colpita decine di volte all’addome.

LO SFOGO DEL MARITO | Il marito della dottoressa, Vito Calabrese, è solo riuscito a rilasciare qualche breve dichiarazione: «Sono sconvolto. Non so se chi l’ha uccisa fosse un suo paziente, non l’ho vista mia moglie, non me l'hanno fatta vedere». Sull’episodio è intervenuta pure l’assessore regionale alla Salute della regione Puglia Elena Gentile: «È un episodio tragico, frutto di una esperienza drammatica come quella del disagio psichiatrico. In passato – ha aggiunto Gentile – si sono verificati altri episodi, le guardie mediche sono luoghi nei quali molto spesso si manifestano atti di violenza. Ma ciò accade anche nei pronto soccorso e negli ospedali e quindi è assai difficile pensare che con le esigue risorse si riesce a presidiare ogni angolo sensibile. Chiederemo anche alle forze dell’ordine di darci una mano. Domani convocherò tutti i direttori generali per verificare le possibili soluzioni».

Mercoledì 4 settembre 2013

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