Passa la fiducia al decreto Salva Roma. Le polemiche sono tante, soprattutto da M5s

Ultimi articoli
Newsletter

fiducia posta - dice il ministro franceschini - anche per ragioni di merito

Passa la fiducia al decreto Salva Roma
Le polemiche sono tante, soprattutto da M5s

«Contiene una sanatoria indifferenziata per case in legno, cabine, bungalow, roulotte o altri manufatti non previsti dalle concessioni e realizzati in aree demaniali senza nessuna valutazione nel merito»

di Silvia Tozzi

Le contestazioni
Le contestazioni

ROMA | La Camera ha approvato la fiducia al decreto salva Roma con 340 voti a favore e 155 contrari. Blindatura resa necessaria dalla volontà di neutralizzare l'ostruzionismo di Lega e M5S. Il voto finale sul provvedimento è previsto a Montecitorio il 27 dicembre e poi il testo approderà il giorno successivo nell'aula del Senato dove oggi è stata votata la fiducia per l'ok finale alla legge di Stabilità.

SALVA ROMA | Il decreto salva Roma è stato molto discusso: «Contiene una sanatoria indifferenziata per case in legno, cabine, bungalow, roulotte o altri manufatti non previsti dalle concessioni e realizzati in aree demaniali senza nessuna valutazione nel merito e a fronte di una aumento del canone francamente irrisorio», ha detto il presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera Ermete Realacci. Il decreto, per esempio, stabilisce che i sindaci possano fare i parlamentari e decreta la retroattività del provvedimento.

MILLEPROROGHE | L'esecutivo sta già lavorando a un decreto milleproroghe sulle questioni insolute, come quella - posta da M5S e Lega Nord - sulla possibile disdetta di alcuni affitti a carico della Camera. In caso contrario, i due partiti minacciano ostruzionismo.

LA FIDUCIA | Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini, ha spiegato che la fiducia è stata posta «non solo per ragioni di calendario, ma anche di merito».

SCELTA CIVICA | Scelta civica ha fatto sapere che il suo voto è stato affermativo per senso di responsabilità, ma «senza alcuna convinzione politica per quello che manca, il coraggio di aggredire la spesa pubblica là dove serve per la crescita e perché è stato reinserito nel provvedimento qualcosa che non ci piace affatto: norme di stabilizzazione del personale delle pubbliche amministrazioni e delle società partecipate che era stato eliminato per un accordo di maggioranza dal decreto Dalia».

Lunedì 23 dicembre 2013

© Riproduzione riservata

828 visualizzazioni

Commenti
Lascia un commento

Nome:

Indirizzo email:

Sito web:

Il tuo indirizzo email è richiesto ma non verrà reso pubblico.

Commento: