Papa Francesco a Eugenio Scalfari. «Aprirsi alla modernità è un dovere»

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Tempo di cambiamento per la chiesa

Papa Francesco a Eugenio Scalfari
«Aprirsi alla modernità è un dovere»

Da oggi a giovedì il Santo Padre si riunisce con il Consiglio degli 8 cardinali, istituzionalizzato con un chirografo dello stesso pontefice

Redazione Online

Papa Francesco
Papa Francesco

CITTÀ DEL VATICANO | «I più gravi dei mali che affliggono il mondo in questi anni sono la disoccupazione dei giovani e la solitudine in cui vengono lasciati i vecchi». Lo ha detto papa Francesco in un colloquio con Eugenio Scalfari pubblicato stamane da Repubblica. L'incontro è avvenuto martedì scorso a Santa Marta. «I vecchi hanno bisogno di cure e di compagnia - ha proseguito il papa - i giovani di lavoro e di speranza, ma non hanno né l'uno né l'altra, e il guaio è che non li cercano più. Sono stati schiacciati sul presente. Mi dica lei: si può vivere schiacciati sul presente? Senza memoria del passato e senza il desiderio di proiettarsi nel futuro costruendo un progetto, un avvenire, una famiglia? È possibile continuare così? Questo, secondo me, è il problema più urgente che la Chiesa ha di fronte a sé».

APRIRSI ALLA MODERNITÀ | «Il nostro obiettivo – ha continuato papa Francesco - non è il proselitismo ma l'ascolto dei bisogni, dei desideri, delle delusioni, della disperazione, della speranza. Dobbiamo ridare speranza ai giovani, aiutare i vecchi, aprire verso il futuro, difendere l'amore. Poveri tra i poveri, dobbiamo includere gli esclusi e predicare la pace».
«Il Vaticano II – ha concluso il Santo Padre - ispirato da Papa Giovanni e da Paolo VI, decise di guardare al futuro con spirito moderno e di aprire alla cultura moderna. I padri conciliari sapevano che aprire alla cultura moderna significava ecumenismo religioso e dialogo con i non credenti. Dopo di allora fu fatto molto poco in quella direzione. Io ho l'umiltà e l'ambizione di volerlo fare».

PUBBLICATO BILANCIO DELLO IOR - Intanto un primo segno di cambiamento arriva dall'Istituto per le Opere di Religione (Ior), che ha pubblicato il suo Rapporto Annuale relativo al 2012 sul suo sito internet. Si tratta del primo rapporto annuale dello Ior - inteso come parte di un'ampia iniziativa volta a illustrare la missione, le attività e i dati finanziari dell'Istituto - ad essere divulgato al pubblico. Un bilancio da record che vede un utile netto di circa 87 milioni di euro, per l'esattezza 86,6 milioni di utile netto per il 2012. La banca vaticana, lo scorso anno ha avuto 6,3 miliardi di beni terzi in gestione, in crescita rispetto ai 6,2 miliardi del 2011, per un totale di 3,2 miliardi di portafogli gestiti e 3,1 miliardi di depositi. L'utile netto insomma rispetto al 2011 è quadruplicato.

Martedì 1 ottobre 2013

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