di Maurizio Proietti
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante il suo discorso di fine anno agli italiani |
Caro Presidente Mattarella,
il “bisogno di comunità” è un sogno irrealizzabile. Un’utopia lontana, una chimera. Dove sono i valori, le prospettive, i diritti e i doveri di cui parla? Nel suo discorso mi è sembrato molto lontano dalla realtà, perché chi è povero non ce la fa più. E anche se lei è in gamba a comprendere il problema, col suo messaggio non dà risposte, ma segue nella logica dei suoi predecessori: fa una fotografia del Paese, ma non ci dice la strada da seguire. Gli italiani hanno votato il Movimento 5 Stelle nella speranza che questo Paese potesse tornare alla normalità. E invece, Conte, Di Maio e Salvini hanno dimostrato di essere come tutti gli altri, dei burocrati omologati al sistema, hanno dimostrato che non c’è soluzione alla povertà di chi vive fra l’incudine e il martello: se non hai dove andare e vivi in casa a carico della famiglia, non hai diritto al Reddito di cittadinanza, e pertanto non avrai nessun lavoro. Questa manovra di bilancio è mediocre e ha creato cittadini diversi, ha applicato due pesi e due misure. Di Maio si vanta di creare misure in cui le aziende vengono premiate se assumono i meritevoli. E ai non meritevoli chi ci pensa? Un Premier dovrebbe pensare a tutti i suoi cittadini, non solo ai figli di papà che si son potuti permettere gli studi, ma anche a tutti gli altri, per esempio a tutti quelli che non se lo sono potuto permettere per mancanza di soldi. Lei non lo sa, ma in Italia ci sono molte persone, cittadini italiani, che vivono nell’ombra, che non hanno la forza di protestare, che i primi nemici ce li hanno in casa, nella famiglia che non li aiuta mai ma che pensa egoisticamente solo alle proprie cose. Mio padre mi ha penalizzato in tutto creandomi un’infanzia d’inferno, e devo convivere ancora con questo male tutti i giorni della mia vita, subire soprusi, ingiustizie verbali e morali. Vedo calpestare ogni giorno i miei diritti, impormi cose che non voglio fare, vorrei solo scappare e ricostruirmi una vita fuori da qui, fuori da questo incubo e da questo Paese ingiusto fatto di gente mediocre e ladra. Sì Presidente, perché gli italiani pensano solo al proprio tornaconto personale e per crearmi una vita devo fuggire da qui, devo andare all’estero, fuori dall’Italia e dalla pseudo-comunità chiamata Europa.
Nei prossimi mesi la situazione non cambierà e le cose precipiteranno. E la colpa sarà di Conte, Di Maio e Salvini e non dei governi precedenti. Ormai non ci sono più scuse: i politici devono risolvere i problemi dei cittadini e prendersi cura di tutti, non solo di pochi privilegiati. Ho letto sui giornali la lista di micro-misure date un po^ a tutti, ma non c’è verso che ci sia qualcosa anche per me. Sono fuori dal mondo, emarginato. Vivo in casa e non esco mai perché non ci sono servizi, né amici, né soldi per trascorrere una serata diversa. Bisognerebbe cambiarla l’Europa, ma siete tutti molto timidi e la vostra insicurezza di fronte all’Europa e agli altri Stati ha gettato nello sconforto ogni italiano. Non c’è unità, e quindi non c’è comunità. Non basta scrivere due parole da leggere sullo schermo, davanti a una telecamera per sentirsi a posto con la coscienza. Presidente, almeno Lei, che dovrebbe essere il nostro riferimento, non faccia l’errore di dimenticarsi di noi. Lo Stato ha dato soldi e premi, penso ai funzionari dell’Agenzia delle Entrate, e a noi chi ci pensa? Quale lavoro dovrei fare? Devo falsificare il mio Isee per avere il diritto di prendere un Reddito di cittadinanza di cui avrei tanto bisogno ma che non posso avere, eppure non vivo bene, e lei questo non lo vede. Uomini e donne in solitudine ce ne sono tanti in Italia, e non basta ogni carabiniere per dargli conforto se hai perso la dignità, se non ti degna nessuno di considerazione. Se posso consigliare qualcosa a qualcuno, soprattutto a chi è ancora giovane, vorrei dire di mollare tutto e andare via da qui, fuggire lontano, rifugiarsi all’estero dove ci sono persone normali e rispettose che ti ascoltano e ti danno una mano. Sono stanco di soffrire i soprusi dentro e fuori la famiglia. Sono stanco di avere paura. Di svegliarmi al mattino e sentire sempre parlare per stereotipi e frasi fatte. Sono stanco di vivere nell’ombra dimenticato da tutti. Anche da lei che segue l’agenda del governo nelle sue riflessioni credendo che sia quella l’Italia vera. Mentre invece l’Italia è un’altra. Un’altra che lei non è stato in grado di immaginare nel suo discorso. Voi politici vi cullate troppo pensando che l’Italia non è mai stata un Paese di rivoluzionari. Ma non siate ingenui di pensare che sarà sempre così. Se le cose non cambieranno forse si andrà verso un triste epilogo. Mi dia retta, Presidente. Cominci lei a dare l’esempio. Faccia capire a Di Maio che il suo atteggiamento sbruffone e altolocato non impressiona nessuno. Sia severo col Parlamento, con deputati e senatori. Faccia capire loro che un’Italia nuova prima di tutto bisogna progettarla per costruirla. E che nel gestire i soldi comuni bisogna pensare proprio a tutti, non solo a chi voi credete ne abbia diritto. Auguri a lei di buon anno, Presidente.
Lunedì 31 dicembre 2018
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