di Silvia Tozzi
SEBASTOPOLI | Il referendum in Crimea ha parlato: l'unificazione alla Russia è gradita al 96,77% dei votanti e quindi il parlamento ha proclamato la nascita della Repubblica di Crimea. Si è deciso di nazionalizzare le proprietà statali ucraine situate in Crimea e di adottare il rublo come moneta nazionale.
LA RUSSIA | Mosca muove i primi passi per l’annessione. La Duma adotterà rapidamente un atto che autorizza la Crimea ad unirsi alla Russia. «Gli abitanti hanno votato per la riunificazione del popolo, con il quale hanno sempre vissuto insieme», ha detto il vicepresidente della Camera, Serghei Neverov. Mosca potrebbe offrire un regime fiscale speciale.
UCRAINA | Il ministro della Difesa ucraino Igor Teniukh ha spiegato che i militari ucraini resteranno in Crimea (e si mobiliteranno) nonostante il referendum di ieri. Il commento del presidente ucraino Oleksandr Turchynov ha definito il referendum «una grande farsa». Ha condannato «la prolungata aggressione in Crimea che la Russia sta tentando di nascondere con questa grande farsa che loro chiamano referendum e che non sarà mai riconosciuto né dall’Ucraina né dal mondo civilizzato».
Ue E USA | Ue e Usa hanno definito il referendum illegale e l'Unione europea ha già sanzionato la Crimea. Catherine Ashton ha dichiarato: «Facciamo di nuovo appello alla Russia ad intraprendere il dialogo con le autorità ucraine e ad impegnarsi nelle de-escalation. L’Ucraina vuole avere buoni rapporti con la Russia, così come li vogliono avere l’Unione europea ed il resto del mondo». I top manager delle compagnie energetiche statali russe, Gazprom e Rosneft sono già entrati nella lista nera di 130 alti funzionari e capi di società pubbliche, redatta dall’Unione Europea in vista delle misure contro Mosca. Potrebbero vedersi congelati i loro asset e vietato l’ingresso nell’Ue.
Lunedì 17 marzo 2014
© Riproduzione riservata
1050 visualizzazioni