di Antonio Rossello
Fra le tante ragioni che ci portano a essere affezionati alla figura di Mangiafuoco, il fatto che la fantasia di Carlo Lorenzini, ovvero Collodi, lo abbia reso uno dei protagonisti della storia di Pinocchio, che è di gran lunga il libro italiano più tradotto (pare che ne esistano edizioni in 240 lingue diverse) e la prima edizione fu stampata a Firenze nel 1883. Non altrettanto successo, crediamo, riscuoteranno le avventure dei novelli Mangiafuoco che imperversano in questa epoca contraddittoria.
Questa settimana Igor Belanski ci propone l’immagine del Teatro di Mangiafuoco. Vi appare un Mangiafuoco che cerca tra la folla, con occhi penetranti e destrezza di mano; fa parlare i prescelti, ha cuore freddo e parola calda. Al suo fianco un volto che ben conosciamo; il volto in cui oggi si identifica la gran parte del Belpaese.
Come potrebbe non essere così: «Chi è con Draghi è bravo, chi è contro Draghi è cattivo». Semplificando al massimo, ecco il refrain che va avanti da mesi, questo è il senso del dibattito politico attuale. Sui social network, che oramai sono a tutto tondo le nuove tribune politiche, non mancando qualche talk show arraffazzonato che puzza di vecchio e stantio, fino alle prime pagine di quotidiani e riviste sull’orlo di una crisi di nervi, il mantra che si recita è sempre lo stesso: «Mario Draghi è il meglio che potesse capitare all’Italia», «siamo finalmente protagonisti in Europa e nel mondo», «ci salverà dal disastro», perfino «con lui abbiamo vinto gli Europei di calcio e abbiamo fatto bella figura alle Olimpiadi» e via dicendo.
Una seconda illustrazione di Belansky, quindi, si ispira alle comode ma fuorvianti contrapposizioni generate dalla pandemia.
Una vera è propria polarizzazione delle masse, tra «Aperturisti e Rigoristi», «Vax e Novax», «Pro e contro green pass», «Razionali e Complottisti», che per quanto mi riguarda sono riuscito a metabolizzare spesso più come rigurgiti di livore fine a sè stesso che come scaturigini di un approccio scientifico-filosofico, socratico («so di non sapere»).
Tuttavia, questi fenomeni si dimostrano assai utili a riempire le colonne di qualche giornalone o le poltrone (ben sanificate) di qualche salotto televisivo e, soprattutto, a furoreggiare sui social network.
La realtà del Paese è però ben diversa, molto più inquietante, ma nessuno ha il coraggio di raccontarla fino in fondo. Centinaia di migliaia di lavoratori di diversi settori sono oramai alla fame e quando sono stati costretti a scendere in piazza hanno addirittura temuto anche per la propria salute.
Un principio di equità molto semplice sarebbe stato: «Tu mi chiudi, tu mi paghi». Il dramma è che l’Italia non ha osservato questo principio (o almeno lo ha fatto in forma assai più esigua di altri Paesi Europei).
Poi il tormentone si è abbattutto su sanità e scuola, specialmente su tutti gli aspetti inerenti il personale che a torto o a ragione non intende vaccinarsi.
Le tensioni nascono da tutto ciò, inutile perciò perdere tempo a formare gli schieramenti mediatici a difesa di questo o per attaccare quell’altro.
La classe dirigente tutta pare non avere la più pallida idea dello tsunami sociale che è in corso in questo Paese. Come se non fosse sufficiente, inoltre, si percepisce poca avvedutezza e ancora molto e inutile paternalismo.
L’obiettivo principale del governo in questa fase così critica per tutti, dovrebbe essere quello di assicurare un minimo di coesione civile. La verità è che si persevera a non mostrare sufficiente attenzione alla tenuta sociale e psicologica del Paese. L’approccio comunicativo è sbagliato, forse lo sono stati anche i troppi tira e molla in ordine a determinate misure anticovid. In ogni caso, il tempo è scaduto. Lo scollamento tra il teatrino mediatico e la vita quotidiana delle persone è del tutto un dato acclarato. L’autunno potrebbe essere ancora molto caldo, dopo questa estate che è stata forse meteorologicamente la più infuocata.
Ebbene, fermo restando che non abbiamo nessuna intenzione di mettere alla gogna o di difendere a spada tratta Draghi, anche perchè non ha certo bisogno della nostra assoluzione o della nostra condanna, ci limitiamo a osservare il circo mediatico in corso. Sì, perchè è un vero e proprio circo, fatto da buffoni, saltimbanchi, equilibristi, vanesi e vaniloquenti, scimmie, bestie feroci in gabbia e barboncini da sofà. Ognuno mette in scena il proprio ripetitivo spettacolino cercando di apparire più bravo degli altri: qualcuno è veramente fuori luogo.
Si muovono impazziti tra tweet, dichiarazioni in tv, commenti sprezzanti o complimenti ruffiani. Tutti insieme, come una sola grande orchestra finora impegnata a suonare lo stesso motivo a favore dell’operato di Draghi, e, in virtù del vizio italico del tutto si crea e tutto si distrugge, vedremo ancora per quanto lo faranno.
Nessuno degli orchestranti e dei circensi, che si atteggiano a piccoli mangiafuochi, però, si rende conto di essere manovrato da un unico vero «burattinaio», il Mangiafuoco col pedigree, piuttosto sobrio nel parlare, che se la ride di gusto mentre fanno a gara a fargli l’inchino. Potrebbe disintegrarli con una sola occhiata, qualora non gli tornassero più utili, ma non lo farà per umanità o almeno per loro così speriamo...
Venerdì 20 agosto 2021
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