di Silvia Tozzi
ROMA | Con un messaggio su Facebook, il vice premier e ministro dell'Interno del Pdl Angelino Alfano si dissocia dallo strappo deciso da Silvio Berlusconi, che ha chiesto ai ministri di lasciare il governo. Una richiesta cui hanno aderito Maurizio Lupi, Beatrice Lorenzin e Gaetano Quagliariello. In dubbio anche il ministro delle Politiche agricole, Nunzia De Girolamo.
ALFANO | Il ministro ha scritto: «Sono berlusconiano e leale. Però la lealtà mi impone di dire che non possono prevalere posizioni estremistiche estranee alla nostra storia, ai nostri valori e al comune sentire del nostro popolo. Se prevarranno quegli intendimenti il sogno di una nuova Forza Italia non si avvererà».
NAPOLITANO | Il presidente Giorgio Napolitano ribadisce di non voler andare alle urne. Lo si farà solo se non ci sarà un'alternativa. «Procederò con una attenta verifica dei precedenti di altre crisi, a partire dalla crisi del secondo governo Prodi. Verificherò se ci sono le possibilità per il prosieguo della legislatura».
L'ASSEMBLEA | Prevista per lunedì alle 17 alla Camera l'assemblea congiunta dei gruppi del Pdl, alla quale parteciperà anche il Cavaliere.
CHI HA ADERITO SENZA CONVINZIONE | Lorenzin, che riconosce che Berlusconi è perseguitato, è favorevole alle dimissioni «per coerenza politica nei confronti di chi mi ha indicato come ministro», in più Lorenzin, come Quagliariello non aderirà a Forza Italia. Quagliariello - che si è dimesso - ha definito le dimissioni un «fallo di reazione. Io non ho aderito perché penso che una persona che fa politica deve avere l'inclinazione al compromesso. Se Forza Italia è questa, io non aderirò. Se ci sarà solo una riedizione di Lotta Continua del centrodestra ne prenderò atto e mi dedicherò, magari, a creare il Napoli Club del Salario». Quindi Lupi: «Così non va. Fi non può essere un movimento estremista in mano a degli estremisti. Vogliamo stare con Berlusconi ma non con i suoi cattivi consiglieri. Si può lavorare per bene del Paese essendo alternativi alla sinistra rifiutando gli estremisti. Alfano si metta in gioco per questa buona e giusta battaglia».
Domenica 29 settembre 2013
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