di Silvia Tozzi
ROMA | Il premier Enrico Letta ha rassegnato oggi le proprie dimissioni nelle mani del Capo dello Stato che ha spiegato non ci sarà alcun passaggio parlamentare per formalizzare la crisi.
NESSUNA CRISI | Non sarà necessario, in quanto Letta si è detto indisponibile ad un eventuale nuovo mandato esplorativo e un dibattito in aula non avrebbe aggiunto ulteriori elementi ad una crisi giudicata non reversibile, dopo il voto di giovedì nella Direzione nazionale del Pd, principale partito della maggioranza.
CONSULTAZIONI | Al via le consultazioni per trovare un nuovo premier, dato che Napolitano Giorgio Napolitano non intende indire le elezioni. Il M5S ha scelto di non prendere parte alle consultazioni. E stessa strada sembra essere in procinto di prendere anche la Lega Nord.
RIVOLTA | All'estero le dimissioni sono viste come il risultato di una «rivolta», una «insurrezione» all'interno del Pd.
BRUNETTA | Solo Forza Italia ha chiesto la parlamentarizzazione della crisi. Aveva detto Renato Brunetta: «La crisi non può aprirsi e chiudersi all'interno del Pd» Il Movimento 5 Stelle è stato però il primo tra i gruppi politici a far capire di non essere interessato alle consultazioni: «Risparmiateci la presa per il c...» ha tuonato Beppe Grillo dal suo blog, puntando il dito contro Matteo Renzi, definito «carrierista senza scrupoli».
Venerdì 14 febbraio 2014
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