di Antonio Rossello
Penso che ci sia questione che meriterebbe la prima pagina di tutte le edizioni di Capodanno, e invece, poco o nulla! Passa in secondo piano tra i media, sulla carta stampata, su tutti i tg e tutti i portali di news, che fanno finta di niente, si perdono a parlar di Draghi, di Quirinale, di PNRR, di massimi sistemi pandemici ed altro.
E non trovano il modo di dare risposte concrete alla gente, lasciando scrivere editoriali a giornalettisti vari, come a critici letterari e/o cinematografici, politologi, virologi e sociologi... A sapientini da salotto, tuttologi - al variare del calibro della testata, celebri o misconosciuti ai più, anche sedicenti -, che fanno dell'interesse part-time il proprio mantra, del bla bla bla, dell’apparire vuoto un fine.
Siamo molto coinvolti in questa faccenda... Quello che dico è che viviamo in una sorta di caos e violenza generalizzati, e non credo che cambierà presto, nonostante lo scambio di auguri di rito la notte di San Silvestro.
Parlando potabile: la sociologia on the road e, se vogliamo, anche la sociatria dovrebbero farci correre presto ai ripari. Ma lo fanno? È forse troppo tardi limitarsi ad un’analisi della Guerra Civile come categoria politica, osservando quanto si muove a livello globale, in una fase che pare segnare una nuova e forte recrudescenza di spinte insurrezionali ed anti-sistemiche.
Certo, la categoria di Guerra Civile si impone come strumento teorico per interpretare le fratture che si vanno definendo in seno al soggetto sociale e tra questo e le sue tradizionali controparti istituzionali ed economiche, in termini che non ricalcano e dunque superano le tradizionali forme di classe e conflitto di marxiana memoria.
La società è enormemente cambiata nelle sue stratificazioni e nella sua composizione.
E se essa è diventata una società poco identificata, una società polarizzata, una società individualizzata, è sempre più difficile comunicare.
Si tratta di una Guerra Civile Globale, soprattutto dopo le iniziative politiche, militari, sanitarie, talora repressive, giuste o meno, messe in atto dagli Stati e le lotte sociali esplose come conseguenza della pandemia da Covid – 19.
La viviamo sulla nostra pelle ogni giorno e più che i decreti anti-Covid, quest'anno a rovinare il Capodanno a tutti ci sta già pensando la variante Omicron.
Igor Belansky nel voler parlare dei suoi riflessi più drammatici - la contrapposizione tra NO VAX e vaccinati -, un campo dove è difficile districarsi da antinomie e aporie, spesso di scarso spessore intellettuale, non è riuscito a realizzare una delle sue solite rappresentazioni grafiche.
In tanta complessità, in tanto bordello, più che un’illustrazione ha però preferito scrivere una sua riflessione. L’opinione sofferta e disarmata di un comune cittadino, prima di augurare Buon Anno Nuovo a tutti i lettori.
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NO VAX contro vaccinati.
Tra i No Vax e i vaccinati sembra ormai che ci sia un solco incolmabile.
Le due parti sembrano fatte per non intendersi.
I No Vax sembra che ce l'abbiano con i vaccinati, quasi fossero degli stupidi.
Ho l'impressione che i No Vax nutrano un rancore profondo per i vaccinati, ad un punto tale da suscitare in quest’ultimi talvolta una reazione uguale e contraria. Cosa che non va bene lo stesso…
Si tratta di una netta minoranza, in Italia, rumorosa a tratti intollerante.
Ho sentito in giro parole quasi di disprezzo nei confronti dei vaccinati.
I vaccinati sono la stragrande maggioranza della popolazione.
In generale, i vaccinati non adottano gli stessi metodi dei No Vax.
Mi fanno ricordare la famosa maggioranza silenziosa che c'era negli Stati Uniti ai tempi della guerra del Vietnam.
I vaccinati seguono le indicazioni del governo, con rispetto.
Ed è quindi per la somma di tutti questi motivi che le due parti ormai paiono inconciliabili.
Se la pandemia dovesse malauguratamente durare ancora a lungo, potrebbe verificarsi una situazione preoccupante: una divisione netta del Paese.
Auguri di Buon Anno Nuovo, a parte tutto a tutti i lettori.
Igor Belansky
Lunedì 3 gennaio 2022
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