di Gianluca Valpondi
Sono incappato in un titolo di un qualche interesse, La partecipazione salvata. Teologia politica e immagini della crisi (Vincenzo Rosito). Il concetto di “partecipazione” è sicuramente caro alla filosofia teologica, o teologia filosofica che dir si voglia (cfr. , ad esempio, Tomas Tyn o.p., Metafisica della sostanza. Partecipazione e analogia entis). Noi partecipiamo all’essere Tripersonale di Dio, che, partecipandoci il suo essere Persona (Tre Persone) ci fa persone. Le Tre Persone partecipano, come Relazioni Sussistenti, all’unica Divinità; ma Dio non ha ma è il suo essere, dunque, come è Relazioni Sussistenti così è Partecipazione, e ci partecipa il suo essere Partecipazione rendendoci, a Sua immagine e somiglianza, esseri capaci e dunque portati e chiamati a partecipare. Ad essere Dio per partecipazione (cfr.S.Giovanni della Croce), certo, ma anche e nello stesso tempo a partecipare ad un medesimo e comune destino coi fratelli in umanità. Andiamo verso una sociologia soprannaturale (cfr. don Luigi Sturzo, La vera vita. Sociologia soprannaturale) che è poi la vera vita dell’uomo, anche già qui sulla Terra, e anche verso l’armonia tra Spirito e polis, compresa in una postmoderna e postsecolarista pneumatologia politica (cfr.V.Rosito, Lo Spirito e la polis. Prospettive per una pneumatologia politica, e anche Postsecolarismo. Passaggi e provocazioni del religioso nel mondo contemporaneo) nella prospettiva di un dimorare di Dio tra gli uomini, costituzionalmente “capaci” di Lui. Costituzionalmente. Ottima base, l’homo capax Dei, per una rinnovata e innovativa Carta Costituzionale. Una delle maggiori acquisizioni del Concilio Vaticano II è che l’essere umano è l’unica creatura della Terra che Dio abbia voluto per se stessa. È costitutivo e qualifica propriamente l’umano il partecipare, cioè l’essere protagonista del proprio destino attraverso l’applicazione positiva del principio di autodeterminazione. Ho detto “positiva”, perché l’applicazione negativa è la negazione della partecipazione, in quanto isola la persona, ormai mero individuo, in se stessa, persa nel proprio io e nelle sue voglie (cfr. omelia di Ratzinger nella Missa pro eligendo romano pontefice, 2005). L’uomo è portato, è chiamato ad essere protagonista, soggetto attivo del proprio destino, che è sempre, in quanto personale (la persona è soggetto-in-relazione), anche destino comunitario e dunque sociale e dunque politico. Solo un soggetto e movimento e partito politico sicuramente laico e sicuramente cristianamente ispirato, e dunque sicuramente aperto al Trascendente e coi piedi in Terra per un’autentica e sempre più approfondita umanizzazione dell’umano - come è in Italia il “Popolo della Famiglia” - saprà raccogliere sempre più la sfida della partecipazione politica.
Sostieni l'autore di questo articolo, fai una donazione con PayPal: https://www.paypal.me/gianlucavalpondi
Mercoledì 11 settembre 2019
© Riproduzione riservata
978 visualizzazioni