di Silvia Tozzi
LA SUA STORIA | In passato Statter aveva già rischiato l’espulsione per un’accusa di teppismo, poi caduta. Nel suo libro del 2003, Darkness at Dawn: The Rise of the Russian Criminal State, Satter parla di un complotto dei servizi segreti che avrebbero organizzato le esplosioni per favorire l’ascesa di Putin al potere.
RAPPRESENTANZA DIPLOMATICA | Statter aveva avuto al conferma da parte del ministero degli Esteri russo sull’imminente emissione del suo nuovo visto, che però gli è stato negato dalla rappresentanza diplomatica russa nella capitale ucraina. Le autorità hanno poi confermato che già nel novembre scorso un tribunale di Mosca aveva stabilito l’espulsione del giornalista perché avrebbe violato le norme dell’immigrazione rimanendo in Russia con un visto scaduto. Ma a quanto pare nessuno ne aveva informato il diretto interessato.
INTIMIDAZIONI | Luke Harding, giornalista del Guardian, sostiene che durante la sua permanenza a Mosca era stato soggetto alla pressione dei servizi segreti, che lo pedinavano esplicitamente sino a fare irruzioni in casa sua. Altri stranieri a Mosca, soprattutto americani, confermano di trovare spesso segni visibili della presenza di estranei in casa, addirittura oggetti lasciati da sconosciuti come segnali intimidatori. E numerosi ricercatori o giornalisti si vedono negare il visto russo oppure hanno difficoltà nell’ottenerlo.
Giovedì 16 gennaio 2014
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