di Silvia Tozzi
ROMA | La Consulta prosegue il suo lavoro sul Porcellum, ma se uno o più giudici chiederanno un approfondimento, la Corte si aggiornerà per riaffrontare il caso alla ripresa dei lavori dopo la pausa natalizia. Prima data utile il 14 gennaio, quando è fissata una camera di consiglio per l’ammissibilità del referendum sul taglio dei tribunali.
I PROMOTORI | Gli avvocati promotori del ricorso sono guidati da Aldo Bozzi, che, con i colleghi, Claudio Tani, Felice Carlo Besostri e Giuseppe Bozzi, sostiene che il Porcellum «lede il diritto di voto», ha «irragionevolmente soppresso il diritto di scelta individuale dell’elettore». Nelle ultime elezioni, con il premio di maggioranza, «340 seggi sono andati a chi ha preso il 29,5% e un terzo ha chi, con il 29%, ha preso solo lo 0,5% in meno». Gli elettori sono «mandrie da voto».
IL MATTARELLUM | Secondo Bozzi, se la Corte interviene, «non ci sarà nessun ritorno automatico al Mattarellum né rischio di vuoto normativo: se cade il premio, resta un proporzionale con soglia di sbarramento all’ingresso. Quanto alle liste, basta eliminare l’obbligo di fare un solo segno sulla scheda» per ripristinare di fatto un sistema di preferenze. Quindi, c’è lo spazio per «un’operazione chirurgica senza invadere il potere legislativo».
LA MATERIA | Forse la Corte non si pronuncerà: le possono arrivare solo questioni poste da un giudice all’interno di un giudizio, e non compie scelte di natura politica.
Mercoledì 4 dicembre 2013
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