di Vincenzo Punzo
PRIMA IL LAVORO, DOPO I COLLEGHI …
Vorrei fare una riflessione che coinvolge quelli che sono stati miei compagni di viaggio per ben 40 anni e cioè i colleghi. Pensare a loro è come rivedere il film della mia vita, del quale sarei disposto a riavvolgere la pellicola e ricominciare allo stesso modo tutto da capo, magari con qualche particolare in più e con la consapevolezza che anche io sono stato un collega, con i miei pregi e i miei difetti e che i problemi di lavoro, di qualunque tipo, sono sempre rimasti sull’uscio di casa, poiché la casa e la famiglia richiedono solo un pò di serenità.
C’è un proverbio che dice: chi trova un amico trova un tesoro. Oggi questa massima si è un pò evoluta, visto che c’è chi dice anche che chi trova un lavoro trova un tesoro.
Per molte persone oggi è difficile mantenere il proprio lavoro: quest’ultimo poi, nobilita l’uomo ma lo fa anche ammalare. Uno dei motivi per cui ci si può ammalare di lavoro, in base alle statistiche, risulta la competitività nel percorso lavorativo di un uomo o di una donna. Gli atteggiamenti persecutori sul luogo di lavoro compromettono, secondo le statistiche, la salute di un milione e mezzo di italiani. Questo fenomeno è stato ben descritto da Francesca Comencini nel suo ultimo film Mi piace lavorare (mobbing) con cui ha vinto il premio Panorama al Festival del Cinema di Berlino. Questa pellicola narra di una cattiva intesa nei rapporti tra esseri umani improntati alla logica della competizione e della durezza, che alla fine fa inevitabilmente perdere tutti.
In realtà, spesso si tratta del contrario: nella jungla del mondo del lavoro, infatti, possono essere proprio gli elementi più volenterosi e capaci ad essere presi di mira, speso per invidia, per timore che facciano troppa strada, mettendo così, un’ombra gli altri, Altre volte perché non si sottomettono a logiche di compromesso e corruzione unanimemente accettati.
Quindi importante è lavorare, ma ancor più importante lavorare in un ambiente sano.
Vi racconto una storiella che ha per titolo: -Un muro costruito con dei mattoni-:
Un giorno un mattone posto al centro di un muro bussa al mattone sopra dicendogli: -Ehi tu mattone, guarda che mi sei sempre di grande peso e non ce la faccio più a sorreggerti-.
Il mattone risponde con delicatezza dicendo: -Io non ho nessuna colpa. Cerca di capire che anche tu sei di peso agli altri mattoni che hai sotto di te. Ti posso però suggerire una soluzione: ti prometto che cercherò di essere meno pesante, ma anche tu dovresti essere più leggero nei confronti dei mattoni che hai sotto di te. Facendo così non finiremo tutti per terra e avremo una lunga vita-.
Chi lavora nel puro egoismo non trova niente, chi lavora invece nel pluralismo, nella vita trova tutto.
Vincenzo Punzo
Savona, 22 febbraio 2021
Venerdì 26 febbraio 2021
© Riproduzione riservata
1191 visualizzazioni