di Silvia Tozzi
DUBLINO | L'Irlanda è il primo paese dell'Unione Europea che lascia il programma di salvataggio offerto da Bruxelles ai membri più colpiti dal collasso finanziario del 2008. Per non affondare, l'Unione ha concesso prestiti all'Irlanda, che ha stretto un programma di intensa austerità per rimettere in ordine il più velocemente possibile i conti del bilancio. Il governo di Dublino ha intascato i prestiti, pari a 67 miliardi di euro, ha adottato la cura di rigida austerità e dalla settimana prossima potrà formalmente dichiararsi guarito: avendo riacquistato la fiducia degli investitori internazionali, non avrà più bisogno dei prestiti di Bruxelles e della Banca Centrale Europea per restare a galla, bensì potrà ricevere credito sui mercati finanziari a tassi di interesse sufficientemente bassi.
IL PRESTITO | Ora, l'Irlanda dovrà restituire poco alla volta i prestiti ottenuti più gli interessi. Il paese è fuori dalla crisi, i giganti della rivoluzione digitale sono tornai in massa a Dublino, ma il governo irlandese ha tagliato 30 miliardi di spesa pubblica, pari al 20 per cento del pil, uno dei programmi di austerità più pesanti di tutta Europa.
LE TASSE | Il governo ha introdotto nuove tasse, i salari sono stati tagliati del 20 per cento, i benefici assistenziali ridotti: lo standard di vita è calato inesorabilmente e gli irlandesi stanno oggi molto peggio di come stavano prima del crack del 2007.
Lunedì 16 dicembre 2013
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